martedì, 17 Dicembre, 2024
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Consiglio Europeo. Gas, Draghi insiste Scholz resiste

È ancora Draghi, per l’ultima volta, a rappresentare l’Italia al Consiglio europeo incentrato principalmente sulla questione energetica. “La credibilità acquisita dal nostro Paese in questi anni è la migliore arma per raggiungere gli obiettivi prefissati” è il messaggio rivolto alla stampa del premier uscente, che approfitta dell’occasione per ribadire la posizione euro-atlantista dell’Italia, quasi a sgomberare il campo dalle polemiche e dai dubbi sollevati in campo internazionale dalle parole di Berlusconi sulla sua rinnovata amicizia con Putin. E tra gli obiettivi cui allude Draghi c’è sempre il tetto al prezzo del gas, sul quale non è stato ancora raggiunto un accordo in campo europeo e di cui c’è traccia nel pacchetto di proposte avanzate dalla Commissione al Parlamento relative alla crisi energetica.

Per Orban il price cap è un suicidio economico

“Un gruppo di 15 Stati Membri – ha spiegato Draghi nella relazione inviata ieri al Parlamento – è favorevole all’idea proposta dall’Italia di istituire un ‘corridoio dinamico del prezzo’, ovvero un tetto al prezzo del gas modulabile intorno ai livelli reali di domanda e offerta. Una minoranza di Stati Membri, tra cui Germania e Paesi Bassi, si oppone a questa misura perché potrebbe limitare i margini di gas verso l’Unione Europea”. A questo proposito Olaf Scholz, ribadendo la sua obiezione al price cap, prima della riunione ha dichiarato: “Dobbiamo trovare il sostegno di tutti i Paesi per ridurre i prezzi, non si tratta solo di sussidi. Ma il mercato del gas è globale per cui dobbiamo collaborare con altri amici, come Giappone e Corea del Sud. Al livello del G7, per collaborare con i fornitori, gli strumenti devono essere discutere, ma non possiamo correre il rischio di non avere gas”. A supporto dei timori del cancelliere tedesco è intervenuto anche Viktor Orban, per il quale la proposta della Commissione sul tetto al prezzo del gas “equivale a un embargo totale sul gas. Il suicidio economico non aiuta l’Ucraina”. “Mi aspetto un grande dibattito al Consiglio”, ha aggiunto il premier ungherese.

 Consiglio europeo: ”Avanti lavoro su price cap”

Il Consiglio europeo ha discusso una la bozza dei lavori limata ancora nella notte sulla base delle proposte della Commissione, in cui invita “il Consiglio e la Commissione a portare avanti con urgenza i lavori” su alcune misure sulla base delle “proposte della Commissione, valutandone l’impatto e tenendo conto dei diversi mix energetici e delle circostanze nazionali”. Tra le misure indicate “il corridoio dinamico temporaneo dei prezzi sulle transazioni di gas naturale per limitare immediatamente i prezzi”, segno di una volontà a proseguire le trattative sul price cap. Unica soluzione alla volatilità dei prezzi giacché la presidente del Parlamento Roberta Metsola, ha dichiarato che alle finanze Ue mancano risorse e flessibilità per rispondere alle crisi o per nuove priorità.

Colonnine elettriche ogni 60 km e stazioni di idrogeno ogni 100 km

Convergenza, invece, nella riunione plenaria del Parlamento europeo sull’urgenza di rafforzare gli obiettivi climatici per il 2030 prima della COP27, per limitare il riscaldamento globale. Il Parlamento ha votato e approvato con 451 voti favorevoli, 137 contrari e 54 astensioni il testo della normativa Alternative Fuels Infrastructure Regulation (AFIR), una delle componenti più importanti del pacchetto Fit for 55. Entro il 2026 le strade principali dei Paesi membri dovranno avere almeno una colonnina di ricarica per auto elettriche ogni 60 km. I deputati suggeriscono anche di installare un maggior numero di stazioni di idrogeno lungo le strade principali dell’UE (ogni 100 km anziché ogni 150 km, come proposto dalla Commissione) e di farlo più rapidamente (entro il 2027 anziché entro il 2031). L’utilizzo delle stazioni di ricarica accessibili al pubblico dovrebbe essere aperto a tutti gli utenti, facile e non discriminatorio. Dovrebbe essere indicato un prezzo per kWh e per kg, conveniente e confrontabile con i prezzi medi. Inoltre, i deputati vengono aggiunti che entro il 2027 venga creato un punto di accesso europeo comune per i dati sui combustibili alternativi, in modo da fornire informazioni su disponibilità, tempi di attesa e prezzi dei combustibili alternativi in tutta Europa.

Apertura a ingresso Romania nella Ue e no passaporto russi in zone occupate

Per quanto riguarda gli altri temi affrontati nella prima giornata del vertice Ue, anche il voto sull’ingresso della Romania che ha registrato il voto di astensione dei Paesi Bassi, letto dal ministro degli esteri romeno come una apertura alla decisione finale. Il Parlamento europeo ha, poi, approvato – con 540 voti favorevoli, 6 contrari e 36 astensioni – il suo mandato negoziale sulla proposta legislativa relativa al non riconoscimento dei documenti di viaggio rilasciati dalla Russia nelle regioni ucraine occupate e nei cosiddetti territori secessionisti della Georgia, ai fini del rilascio di un visto o dell’attraversamento delle frontiere esterne dell’Ue. Secondo i deputati, l’annessione russa della Crimea, di Sebastopoli, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia in Ucraina “è illegale”. Pertanto, i Paesi Ue e gli alleati dello spazio economico europeo “non devono più accettare documenti di viaggio rilasciati dalla Russia in queste regioni”. Infine, assegnato il premio Sacharov per la libertà di pensiero al popolo ucraino.

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