Una “reazione frammentata” alla guerra dei prezzi dell’energia. Per la Confartigianato la risposta dell’Unione europea non ha quella incisività e impatto che una situazione senza precedenti impone. “I paesi dell’Unione europea stanno articolando una reazione frammentata alla guerra dei prezzi dell’energia, che potrebbe risultare poco efficace per vincere la sfida in corso”, commenta la Confederazione. La Confartigianato in una nota riepiloga i problemi con le emergenze non affrontare, e lancia delle proposte in aiuto delle imprese.
Costi senza precedenti
La pressione dei prezzi dell’energia sull’economia italiana ed europea è senza precedenti, segnala la Confartigianato, “Nella nostra ultima rilevazione in Italia ad agosto 2022 si registra una crescita del 159,2% del prezzo alla produzione per fornitura di energia elettrica e gas e nel quarto trimestre 2022 il prezzo dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela sale del 59% rispetto al trimestre precedente”. La salita dei prezzi dei beni energetici spinge in alto l’inflazione. Le stime Eurostat, segnala la Confederazione, indicano per settembre un tasso di inflazione del 10% per l’Eurozona.
I prezzi in Europa
La dinamica dei prezzi è in doppia cifra anche in Germania (+10,9%), seguita dall’ Italia (9,5%), mentre è meno accentuata in Francia (6,2%). L’inflazione energetica sale al 40,8% in Eurozona, con una maggiore accentuazione in Italia (+45,0%) e Germania (+44,2%), con valori più che doppi rispetto alla Francia (+18,8%).
Le previsioni per il 2023
“Gli interventi contro il caro-energia”, fa presente la Confartigianato in una analisi degli interventi contro il caro-energia è contenuta nella l’Elaborazione Flash pubblicata dall’Ufficio Studi, “alla luce dell’evoluzione dello shock dei prezzi dell’energia saranno necessari ulteriori interventi, in un contesto in cui, in presenza di un elevato debito pubblico la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti”.
Nessun Paese può farcela
Come è già è stato evidenziato dal Governo uscente in relazione agli interventi per contrastare gli effetti del caro-energia “nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo”, rendendo necessario un intervento finanziario dell’Unione europea. “Dopo aver risposto alla pandemia con l’intervento congiunto di 806,9 miliardi di euro con il Next Generation Ue”, osserva la Confartigianato, “i paesi dell’Unione europea stanno articolando una reazione frammentata alla guerra dei prezzi dell’energia, che potrebbe risultare poco efficace per vincere la sfida in corso.
Sono 15 i paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Francia e Spagna, che hanno richiesto in una lettera alla Commissione un price cap del gas. La proposta di intervento di emergenza per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia varata dalla Commissione europea lo scorso 14 settembre non comprende il tetto al prezzo del gas.
Ricerca di un compromesso
Nel Consiglio europeo del 30 settembre nell’ambito degli interventi contro il caro-energia, “non è stata trovata una soluzione”, evidenzia la Confartigianato, “su questo specifico tema, sul quale sarà cercato un compromesso in vista del Consiglio europeo del 6-7 ottobre”.
La scelta della Germania
Dopo l’accordo sulla solidarietà energetica franco-tedesca dello scorso 5 settembre, giovedì scorso la Germania ha annunciato un intervento di 200 miliardi di euro per stabilizzare i prezzi dell’energia, pari al 5,6% del Pil. Da un intervento di questa ampiezza deriva una minore pressione dei costi energetici per le imprese tedesche e un conseguente vantaggio competitivo rispetto al sistema manifatturiero italiano; come evidenziato il 29 settembre dalla dichiarazione del presidente del Consiglio è una risposta congiunta da parte dell’Europa alla crisi energetica che permette “di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno”.
Le proposte di Confartigianato
Nel documento “Costruiamo insieme il futuro del Paese”, le proposte di Confartigianato in materia di politiche energetiche e decarbonizzazione, “tra cui la fissazione un tetto europeo al prezzo del gas, l’attuazione di una riforma strutturale della bolletta”, illustra la Confederazione, “che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e il sostegno agli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione”.