L’Unione Europea non poteva restare a guardare l’escalation della guerra della Russia contro l’Ucraina dopo lo “pseudo referendum farsa”, dichiarati illegittimi anche dall’Italia e i boicottaggi dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che spostano lo scenario del conflitto sul fronte dei prezzi del gas. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha, dunque, presentato la proposta di un ottavo pacchetto di sanzioni, “ribadendo che non accetteremo mai l’annessione dei territori ucraini occupati dalla Russia”. Nel progetto di legge sulle sanzioni l’elenco degli articoli destinati a divieti di esportazione o importazione da Mosca si allunga di molto e vanno dai trucchi ai sigari, alla carta igienica, all’hight tech, comprese lavatrici e lavastoviglie, perché i funzionari ritengono che l’esercito russo stia razziando tali prodotti per i loro chip, avendo esaurito i semiconduttori. Esclusi i diamanti.
L’impatto totale sull’economia russa è stato stimato in circa sette miliardi di euro.
Mosca, poi, non potrà più importare tecnologie cruciali per l’industria bellica come pezzi di aeromobili, componenti elettroniche o sostanze chimiche che non erano inclusi nei pacchetti precedenti di sanzioni e i cittadini europei non potranno far parte degli organi governativi delle società russe. Infine, si allarga la già corposa lista di persone fisiche ed entità sanzionate dall’Ue, più di 1.300 persone cui è vietato viaggiare nell’Unione e i cui beni vengono congelati. Ora la proposta dovrà essere votata all’unanimità durante il Consiglio dei ministri dell’Energia di oggi per entrare in vigore.
Ma l’annuncio più atteso era quello relativo al tetto al prezzo del petrolio russo per Paesi terzi, non solo europei, su cui il G7 ha raggiunto un accordo di principio. “Come sapete – ha spiegato von der Leyen -, la Russia sta usando i profitti dei combustibili fossili per finanziare la guerra. A dicembre, in Ue, abbiamo raggiunto l’accordo per bandire il petrolio russo proveniente via mare. Ma sappiamo anche che alcuni Paesi in via di sviluppo necessitano ancora del petrolio russo a basso prezzo. Questo tetto da una parte ridurrà i ricavi russi, dall’altra terrà il mercato dell’energia mondiale stabile”. “Con l’ottavo pacchetto di sanzioni – ha aggiunto -, costituiremo le basi legali per l’istituzione del tetto al prezzo del petrolio russo”.
Scartata, quindi, l’ipotesi di un tetto generalizzato al prezzo di tutti i fornitori. La Commissione ne ha spiegato le ragioni agli Stati in un “non paper”: “La Ue dovrebbe impegnarsi con i fornitori di gas credibili per raggiungere, nel quadro di uno schema ragionevole, dei punti di riferimento comuni per ridurre i prezzi salvaguardando la sicurezza delle forniture e sviluppando una partnership stabile di lungo termine durante la transizione energetica. Quando viene raggiunto il livello del ‘price cap’, significa che c’è più domanda di gas che offerta. Poiché’ è probabile che il massimale venga raggiunto contemporaneamente in più Stati membri, non vi sarebbe alcun incentivo di mercato a garantire flussi transfrontalieri attraverso differenziali di prezzo. In un contesto di scarsità, c’è il rischio che i prezzi vengano spinti al limite in modo che diventi il prezzo minimo”.
Secondo la presidente l’opzione preferita è il negoziato fornitore per fornitore, come quello di fatto già avviato con la Norvegia, per assicurare prezzi bassi per i consumatori già quest’inverno. Per venire incontro ai 15 Paesi europei che, invece, lo chiedevano, tra cui Italia e Francia, nel documento si legge che “la Ue in ogni caso dovrebbe essere pronta a introdurre misure per limitare i prezzi”, ma al momento non specifica quali. La decisione definitiva non verrà presa dai ministri di domani, ma rimandata al tavolo dei leader nella riunione dei Ventisette a Praga il 6 e 7 ottobre e in quella, due settimane più tardi, a Bruxelles.