“Osare la speranza”. Sono queste le parole scelte dal Consiglio Episcopale Permanente della Cei per lanciare un appello a tutti gli italiani che domenica prossima dovranno recarsi alle urne. “Il voto è un diritto e un dovere”, scrivono in un comunicato stampa i vescovi riuniti a Matera. Il momento è difficile ma bisogno andare avanti, non con “semplice ottimismo, ma speranza e realismo cristiano”. La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese, l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette preoccupano anche la Chiesa perché rappresentano esempi di vita calpestata”, ma proprio per questo occorre reagire.
Reagire a pessimismo e rabbia
“Impegniamoci, tutti insieme – si legge nel comunicato stampa -, per non cedere al pessimismo e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione”. Il voto deve basarsi sul “discernimento”, dicono i vescovi, ossia sulla conoscenza delle diverse proposte politiche, da valutare “alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli ultimi”.
“È tempo di scelte coraggiose. Non opportunismi, ma visioni”
La Cei si rivolge, dunque, ai tanti disillusi convinti che anche questa volta nulla cambierà. A loro ricorda che proprio per questo il contributo di tutti è molto prezioso. Ma il messaggio è rivolto anche a quelli che si ritroveranno dall’altra parte, agli eletti, che non dovranno mai dimenticare l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro servizio dovrà essere rivolto verso tutti, soprattutto chi è più fragile e non ha voce. Nella loro agenda politica dovrà esserci il contrasto alla povertà, in costante aumento, e all’inverno demografico; la protezione degli anziani; i divari tra i territori; la transizione ecologica e la crisi energetica; la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani; l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti; il superamento delle lungaggini burocratiche; le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”.
È tempo di rilanciare “i principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà”. Secondo il Cardinale Zuppi, presidente della Cei, sono “scarsi gli investimenti sull’edilizia scolastica” e “serpeggiante la sfiducia nei confronti della ricerca e in generale della cultura, di quella competenza per interpretare i segni della storia e preparare quel nuovo Umanesimo di cui non solo l’Italia ha bisogno”.
Gli adulti non possono tradire i sogni dei giovani
La pandemia ha il solo merito di aver rinverdito il senso della prossimità come quello intrapreso dalla Chiesa con il Cammino sinodale, di confronto tra le organizzazioni ecclesiastiche i territori. Il dialogo e l’ascolto restano, infatti, gli “ingredienti indispensabili per ricostruire le condizioni della partecipazione e del confronto”. E ai giovani i vescovi rivolgono un caldo invito a partecipare, ma anche un grazie per l’impegno dimostrato verso “la cura del Creato”. “Vedere che i giovani – scrivono nel comunicato – si pongono dalla parte di chi vuole affrontare e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni”.
Monsignor Felicolo a capo della Fondazione Migrantes
A Matera il Consiglio Episcopale Permanente d’autunno ha anche rinnovato l’impegno nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili ed ha proceduto alla nomina di monsignor Pierpaolo Felicolo come nuovo direttore generale della Fondazione Migrantes. “Mi auguro di continuare ad essere vicino a tutto il mondo della mobilità, contribuendo in prima persona alla costruzione di un futuro diverso per e con i migranti”, è stato il suo primo commento ufficiale.