Anche la politica americana del Fomc (Federal Open Market Committee) opta per un aumento di 75 punti base (0,75 punti percentuali) dei tassi di interesse per frenare l’inflazione, che rischia, come in Europa, di far crollare le aspettative di crescita dei consumatori e delle imprese. Nonostante, infatti, il calo dell’indice dei prezzi al consumo statunitensi nel mese di agosto, attestato all’8,3%, rispetto all’8,5% di luglio e al 9,1% di giugno, secondo gli esperti di Payden & Rygel, senza un intervento della Federal Reserve l’inflazione, la peggiore degli ultimi 40 anni, rischierebbe di non scendere facilmente nei prossimi mesi.
È il terzo rialzo consecutivo, con il quale il riferimento sui fed funds viene portato al 3-3,25% e dal 3,4% e al 4,4%, la stima prevista del livello di tassi di interesse in media a fine 2022. “L’inflazione rimane elevata, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e a pressioni più ampie sui prezzi. La guerra della Russia contro l’Ucraina – spiega con un comunicato stampa la Fed – sta causando enormi disagi umani ed economici. La guerra e gli eventi correlati stanno creando ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione e stanno pesando sull’attività economica globale. Il Comitato di Politica monetaria è molto attento ai rischi di inflazione”.
Obiettivo della Fed è raggiungere la massima occupazione e far rientrare il tasso di inflazione al 2% nel lungo periodo (5,4% nel 2022, 2,8% nel 2023). “Il rialzo deciso è in linea con le attese prevalenti – si legge nel comunicato -. La Federal Reserve ha anche pubblicato le sue previsioni economiche aggiornate, che operano un drastico taglio alle attese di crescita negli Usa con un Pil atteso ad un mesto più 0,2% sull’insieme di quest’anno, al più 1,2% il prossimo e al più 1,7% nel 2024. Nelle previsioni del giugno scorso la Fed aveva una attesa mediana di 1,7% di crescita sia su 2022 che sul 2023 e dell’1,9% sul 2024. Riviste al rialzo invece le previsioni di inflazione: 5,4% quest’anno, 2,8% il prossimo e 2,3% nel 2024, mentre sul 2025 e attesa una moderazione ulteriore in linea con il target del 2%. Infine la banca centrale Usa ha anche pubblicato le proiezioni sulle attese nel direttorio della futura dinamica dei tassi, il valore mediano indica ora 4,4% su quest’anno, un intero punto percentuale in più rispetto a giugno, 4,6% il prossimo e 3,9% nel 2024”.
A preoccupare è anche la disoccupazione prevista al 3,8% a fine 2022 e al 4,4% nel 2023. Reazione immediata dei mercati che invertono la rotta e passano in negativo. Subito dopo l’ufficializzazione della decisione, il Dow Jones perde lo 0,72%, l’S&P 500 arretra dello 0,73% mentre il Nasdaq lascia lo 0,70%. Anche l’Euro cala ulteriormente rispetto al dollaro. Il cambio è scivolato a 0,9830 dollari, per un -1,3% su ieri, rispetto agli 0,9870 dollari segnati prima del comunicato della Fed. Il tasso di rendimento dei Treasuries decennali sale al 3,573%.