L’ipotesi di eventuali finanziamenti da parte della Russia a partiti politici in Europa per destabilizzare gli equilibri atlantisti e democratici rischia di gettare ombre sulle elezioni italiane che potrebbero essere influenzate da eventuali notizie finora, per la verità non pervenute. Non a caso il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha telefonato a Mario Draghi per ringraziarlo a nome degli Stati Uniti per la sua guida “esemplare” in un momento critico della storia europea mondiale e per il forte sostegno dell’Italia all’Ucraina, ma anche per sottolineare “l’importanza di mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte agli sforzi della Russia di usare l’energia e altri mezzi per dividere i paesi che sostengono” Kiev.
La Farnesina consiglia prudenza nel trarre conclusioni
Secondo quanto contenuto nel messaggio che lunedì scorso il Segretario di Stato americano ha inviato alle ambasciate e ai consolati Usa all’estero, si tratterebbero di 300 milioni di dollari investiti dal governo russo per foraggiare partiti politici e candidati nel tentativo di interferire nelle dinamiche politiche di oltre 20 Paesi in Europa, Africa e Sud-Est Asiatico.
Ancora non è chiaro se anche partiti italiani fossero sul libro paga di Putin e la telefonata tra Draghi e Blinken è la dimostrazione di come la situazione sia ancora in divenire e dello scambio aperto di informazioni tra alleati. “Siamo in continuo contatto con gli americani – ha, infatti, confermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – sia adesso sia nei prossimi giorni per tutti gli ulteriori aggiornamenti. Sono arrivati gli aggiornamenti che dovevamo ricevere come Farnesina, consiglio insomma prudenza nel senso che resteremo in contatto con le autorità americane”.
Il sottosegretario agli Affari Esteri chiede una immediata commissione d’inchiesta
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha fatto sapere che Blinken ha sottolineato nella sua conversazione con il nostro Presidente del Consiglio uscente “l’ampio ventaglio di interessi condivisi” dai due Paesi e il rinnovato “impegno degli Stati Uniti a lavorare con il prossimo Governo italiano” sui temi comuni come la sicurezza.
Un remind che giunge proprio il giorno delle contro-smentite ad una prima versione che dava l’Italia estranea a questo affaire. “Urge trasparenza – ha commentato duramente il sottosegretario agli Affari esteri, Manlio Di Stefano -, perché è in corso una guerra e perché la nostra democrazia non può essere messa a rischio. Non conosciamo i nomi né dei leader politici potenzialmente coinvolti, né dei partiti che avrebbero ricevuto questi finanziamenti”, ma “oggi – ha aggiunto – la politica estera è entrata prepotentemente nella campagna elettorale italiana. Tutti noi abbiamo il diritto di sapere al più presto se qualcuno ci ha resi dipendenti dal Cremlino”.
Arrivato a Biden un secondo dossier ancora segreto a tutti
Immediatamente convocato il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica preposto al controllo sull’operato dei servizi segreti italiani, che dalle ore 9.00 ascolterà il Sottosegretario di Stato Franco Gabrielli, che ha delega alla sicurezza della Repubblica e che ha immediatamente consultato l’intelligence americana subito dopo il lancio della notizia da parte dell’agenzia stampa Associated Press. Intanto, sembrerebbe appena arrivato un secondo dossier nelle mani di Biden, i cui contenuti non sono stati ancora divulgati a nessuno.