Il Consiglio Ue straordinario dei ministri dell’Energia non trova l’accordo sul price cap e rimanda la decisione al prossimo appuntamento in calendario a fine settembre se non addirittura a ottobre, il 6 e 7 a Praga al vertice informale o tra il 20 e il 21 a Bruxelles. Un ritardo che non piace agli italiani preoccupati della crisi incombente in tutti i settori produttivi e neanche a Mattarella in visita ufficiale nella Macedonia del Nord. L’Italia, ha detto il Presidente, “da quattro mesi” propone a livello europeo “un tetto al prezzo del gas. Se fosse stato adottato quando l’Italia l’ha proposto avremmo evitato alcune delle conseguenze del rincaro dell’energia”. Mattarella si dice, infatti, convinto che “occorra grande solidarietà” nella Ue, che deve predisporre meccanismi per poter far fronte e risolvere in maniera efficace questi problemi. Ottobre potrebbe essere troppo tardi, molte delle nostre imprese possono aver chiuso battenti e andati persi migliaia di posti di lavoro.
Accordo su disaccoppiamento prezzi del gas e dell’elettricità e tassa extra-profitti
L’unico file rouge che al momento unisce tutti partiti italiani è l’urgenza con cui si deve intervenire per arrestare la corsa al rialzo dei prezzi di luce e gas, ma le distanze che permangono su come procedere, tanto da non permettere al decreto Aiuti bis di venire alla luce, esistono anche tra i Paesi della Ue. Il ministro Cingolani al termine dell’incontro usa parole rassicuranti, perché la consapevolezza di dover intervenire insieme e tempestivamente è forte in tutti i 27 ministri presenti. Su quattro punti il consenso di massima sembrerebbe raggiunto: il “recupero delle rendite intra marginali” oltre una soglia massima che verrà decisa per quanto riguarda le fonti rinnovabili e il nucleare; i contributi di solidarietà chiamati in Italia “tassa sull’extra profitto” per gli operatori delle fonti fossili; il risparmio intelligente di energia, e, infine, la liquidità per aiutare gli operatori del settore. La Commissione, che ha ricevuto il mandato a procedere con proposte specifiche attese già nella la prossima settimana, partirà a lavorare sul disaccoppiamento fra prezzo del gas e prezzo dell’elettricità, il punto su cui c’è stata maggiore convergenza.
Niente accordo su price cap, Mosca festeggia
È sul price cap che le strade si dividono. Secondo Cingolani “quindici Stati sono a favore di un tetto generalizzato al prezzo del gas, non solo a quello importato dalla Russia. Tre vorrebbero un tetto solo al prezzo del gas russo. Altri tre non hanno posizioni pregiudiziali, ma condizionano la scelta a verifiche sulla sostenibilità economica di lungo termine e sull’eventualità che questa misura metta in difficoltà Paesi deboli. Infine, 5 sono contrari o neutrali. Non avendo grande necessità di gas non hanno espresso posizione”. Chi si oppone sono i Paesi limitrofi alla fascia est dell’Europa. Il ministro in conferenza stampa non vuole fare nomi, ma dovrebbero essere Ungheria, Slovenia, Austria, Paesi Bassi e Repubblica Ceca, che temono un inasprimento delle misure restrittive di Mosca.
Ma tra questi potrebbe esserci anche l’Olanda, in quanto sede del mercato europeo di riferimento per gli scambi di gas, che guadagna in funzione della quantità degli scambi. Tuttavia, la maggioranza di quelli favorevoli sembrerebbe schiacciante e per questo l’Italia ha insistito perché la questione fosse inserita nel mandato alla Commissione per elaborare al più presto uno scenario. “È urgentissimo procedere” sul punto, ha incalzato Mattarella da Skopje, “superando le ultime resistenze dell’Unione”, perché’ vuol dire mettere al riparo” famiglie e imprese “dalle speculazioni”.