mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Attualità

Riserve gas all’83,5%. In primavera rigassificatore a Piombino

A Milano la 50 esima edizione di Gastech

Da ieri, tutti i riflettori accesi sulla 50^ edizione di Gastech, il più grande salone mondiale incentrato sul Gnl, considerato da tutti come il combustibile ponte verso la transizione ecologica. Il caro bollette e il problema degli approvvigionamenti sono diventati centrali in questa campagna elettorale, trasformando la manifestazione di quest’anno nella piattaforma più ambita per discutere dello scottante problema energetico prima dell’inverno. La Fiera di Milano si trasformerà, dunque, nel palcoscenico mondiale dei più grandi attori internazionali dell’industria del gas naturale, dell’idrogeno e delle soluzioni a basse emissioni di carbonio, che discuteranno, insieme ai ministri dell’energia, di “sicurezza energetica globale” e “approvvigionamento di gas nel breve e medio termine”.

Snam conferma che i dati sullo stoccaggio sono buoni

A dare un ulteriore accelerazione alla ricerca di soluzioni verso l’indipendenza dalla Russia e il conseguente aumento dei prezzi, la recente interruzione del gasdotto North Stream, ufficialmente per problemi di manutenzione. Fortunatamente l’impatto sull’Italia è indiretto, in quanto la quasi totalità delle forniture russe arrivano tramite l’altro gasdotto, che attraversa l’Ucraina, l’Austria e arriva a Tarvisio. Ma non è così per la Germania, che è rifornita esclusivamente attraverso il North Stream. Restano, quindi, importanti gli stoccaggi per affrontare il futuro prossimo e le stagioni fredde. Mediamente i Paesi della Ue hanno raggiunto l’80% della quantità necessaria e l’Italia, non solo è in linea con la media europea, ma anche con tutti gli obiettivi posti dal Governo, raggiungendo l’83,5% di rifornimenti. “Ci mancano ancora 1 miliardo e duecento milioni di metri cubi per arrivare all’obiettivo del 90% – ha spiegato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, al salone Gastech -. Ovviamente se riusciremo a riempire un po’ di più sarà certamente un contributo aggiuntivo, non solo alla sicurezza per l’inverno, ma anche per avere una maggiore flessibilità nel rispondere alla volatilità della Russia. In ogni caso il dato sugli stoccaggi è positivo”.

A Piombino il primo rigassificatore, a Ravenna il secondo

Nel solo mese di agosto nei depositi ne sono stati iniettati 1,7 miliardi, ma nel nostro Paese resta da sciogliere il nodo dei rigassificatori. “Il primo impianto che dovremmo avere in funzione per la primavera prossima – ha detto l’amministratore di Snam – è quello di Piombino e nel 2024 contiamo di avere quello di Ravenna. In questo momento, siamo nel periodo della procedura assegnata ai diversi commissari, che è attesa finire entro la fine del mese di ottobre”. Rispetto alla situazione dei gasdotti, la situazione è radicalmente cambiata rispetto a prima della crisi e si misurano dei flussi molto più importanti da Sud, grazie al rafforzamento dei quantitativi che arrivano dall’Algeria e al pieno funzionamento del Tap. “Ci siamo trovati in poco tempo a dover gestire un’inversione completa – ha commentato Venier -. E questa è una delle ragioni per cui è importante andare a collocare i nuovi impianti di rigassificazione al Nord, ovvero vicino ai centri di consumo, poiché tutta la capacità disponibile che avevamo è stata utilizzata per massimizzare i flussi da Sud. I due rigassificatori daranno un contributo importante, in quanto bilanceranno la rete”.

Sono possibili altri sostegni senza scostamento di bilancio

Per quanto riguarda gli interventi più immediati a sostegno delle tasche degli italiani, sembrerebbe possibile prevedere ulteriori aiuti contro il caro bollette senza la necessità di altro debito pubblico. “Draghi è stato già molto chiaro – ha, dichiarato il sottosegretario agli affari esteri, Manlio Di Stefano, intervenuto alla Fiera -. L’Italia ha la capacità di gestire i costi senza uno scostamento di bilancio”. Di contro, a rischio ci sarebbero 357mila posti di lavoro, anche se secondo il sottosegretario tra le soluzioni resta prioritaria quella del price cap europeo per sostenere famiglie e imprese e ridurre gli enormi introiti con cui la Russia, attraverso la vendita del gas, finanzia la guerra in Ucraina.

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