Proseguono le indagini delle Forze di Difesa israeliane sui morti palestinesi durante la recente operazione anti-Jihad Islamica “Breaking Dawn”. Mentre risulta confermato che l’esplosione del 6 agosto a Jabaliya (9 morti fra cui 4 bambini) e quella del 7 agosto a Bureij (morto un terrorista di Hamas e tre bambini) sono state causate da falliti lanci di missili della Jihad Islamica, sembrerebbe causata dall’aviazione israeliana l’esplosione del 7 agosto nei pressi del cimitero al-Fallujah, vicino a Jabaliya, dove sono rimasti uccisi quattro ragazzini di 13, 15 e 16 anni e un bambino di 3 anni.
Le Forze di Difesa israeliane hanno ribadito, martedì, d’aver compiuto ogni sforzo ragionevole per ridurre il più possibile i danni a civili durante le operazioni contro obiettivi terroristici, e che le indagini proseguono per accertare tutte le circostanze di ogni incidente. Lunedì notte, un soldato israeliano di 20 anni, Nathan Fitoussi, è stato ucciso per errore da un commilitone della Brigata Kfir che lo ha scambiato per un aggressore mentre rientrava a un posto di guardia presso la barriera difensiva vicino a Tulkarem. Secondo l’indagine preliminare delle Forze di Difesa israeliane, il soldato che ha sparato ha seguito le procedure previste (intimare l’alt, sparare in aria ecc.).
Il portavoce militare, Ran Kochav, ha detto martedì mattina a radio Kan che il soldato che ha sparato sta collaborando con le indagini. “Ci prenderemo cura di lui e cercheremo di capire perché è stato commesso questo tragico errore”, ha detto Kochav. Intanto, un portavoce della famiglia del soldato deceduto ha dichiarato: “La famiglia non prova rabbia verso il soldato che ha sparato. Sono anzi dispiaciuti per lui e non ho dubbi che vorrebbero incontrarlo”.