Troppi adempimenti burocratici, presa di posizione della Confartigianato che chiede al Ministero del Lavoro di rinviare l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di lavoro. Adempimenti previsti nel Decreto legislativo trasparenza.
Imposizioni pesanti
Il provvedimento, che recepisce in Italia la direttiva Ue 2019/1152, impone agli imprenditori pesanti oneri informativi sui contenuti e le condizioni del contratto di lavoro da fornire ai dipendenti, “ma soprattutto”, segnala la Confartigianato, “viene meno la possibilità, prevista dalle norme vigenti, di fornire alcune informazioni ai lavoratori facendo riferimento al contratto collettivo applicato”.
Burocrazia, passo indietro
Secondo Confartigianato si tratta di un passo indietro nel processo di semplificazione e si tradisce lo spirito della direttiva europea, introducendo una serie di complicazioni burocratiche non richieste dalla Ue.
> “Per di più”, scrive la Confederazione, “tutto questo carico di adempimenti arriva in pieno agosto sulle spalle delle aziende, visto che il Decreto è in vigore dal 13 agosto per le nuove assunzioni, trovando altresì applicazione anche ai contratti già in corso al 1° agosto”.
Contrattazione collettiva
Oltre ad un termine più ampio per adeguarsi al decreto e a maggiori indicazioni sugli aspetti operativi della nuova disciplina, Confartigianato chiede al Ministero di ridurre l’impatto dei nuovi oneri a carico delle piccole imprese, “ripristinando la possibilità di rinviare al contratto collettivo”, evidenzia la Confederazione, “il reperimento delle informazioni riguardanti tutti gli aspetti del rapporto di lavoro che sono regolati proprio dalla contrattazione collettiva”.
Troppe spese extra
La Confederazione inoltra evidenzia che l’attuazione della direttiva non dovrebbe “provocare l’introduzione di nuovi oneri per le imprese, poiché la trasparenza delle informazioni ai lavoratori può essere garantita con il richiamo alle disposizioni di legge e contrattuali”.