I conti fatti non annunciano novità se non negative, la spesa costa il 9% in più e i consumi si ridurranno di 3 miliardi. Le notizie non belle per il commercio arrivano dalle analisi della Confesercenti che è in
allarme per la tenuta della categoria e per i mesi che verrano. Con un appello al Governo dimissionario: portare a termine le misure degli aiuti previsti.
Il peso degli aumenti
“Inflazione ed incertezza pesano sui consumi delle famiglie”, evidenzia la Confederazione, “e sui margini e vendite delle imprese: pur essendo in lieve rallentamento, infatti, la dinamica in rialzo dei prezzi, con
tutta la sua pericolosità, continua ad incidere sui comportamenti di acquisto e a diffondersi a tutti i settori”.
La caduta dei consumi
Il calcolo delle rinunce per l’aumento dei costi rischia di allargarsi a macchia d’olio, ed è questo il maggior timore della categoria, che già esce da un periodo di eccezionali difficoltà con una scia di chiusure o
ridimensionamento di impresa.
Per la Confesercenti, il carrello della spesa, cioè i beni a più elevata frequenza di acquisto, è aumentato del 9%: “secondo le nostre stime”, spiega la Confederazione, “nel secondo semestre ci potrà essere una
riduzione dei consumi dell’ordine di 3 miliardi circa a causa degli aumenti di prezzo”.
Interventi per evitare il crollo
I prossimi mesi saranno decisivi per capire la profondità della crisi. “Il rischio di precipitare in un autunno austero non può essere sottovalutato”, fa presente la Confesercenti, “per questo la linea, giustamente tracciata dal Governo, di intervenire per calibrare i prezzi degli energetici e sostenere le famiglie va assolutamente proseguita, con tutti gli interventi necessari volti a sostenere i consumi e a frenare la spirale inflazionistica”.