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Energia eolica più forte e bella con gli aquiloni

domenica, 3 Luglio 2022
2 minuti di lettura

Nel cielo, a 600 metri di altezza, prende quota il progetto pilota di un aquilone capace di catturare l’energia sfruttando la spinta del vento per la generazione di elettricità eolica. L’idea, nata da uno studio di un gruppo di scienziati del Politecnico di Torino, è diventata una realtà aziendale pronta a raccogliere la sfida della transizione energetica, prioritaria per l’Unione Europea. È il segno di una Italia che cambia all’insegna della eco-sostenibilità, della diversificazione delle fonti energifere alternative a quelle inquinanti e della equità economica, sociale, ambientale e culturale.

Energia eolica senza impatto sui paesaggi

Cambia soprattutto il modo di sfruttare il vento, senza torri e pale eoliche che possono deturpare il panorama e senza cemento. “Il gigantismo delle torri eoliche aveva generato un senso di rifiuto verso l’installazione di questi generatori, dannosi per il sistema agricolo e faunistico e dal forte impatto acustico e visivo”, spiega Gian Mauro Maneia, chief innovation & marketing manager della società Kitenergy srl. Per ora il prototipo è in fase sperimentale e volerà solo sopra l’area del demanio militare dell’aeroporto dismesso di San Pancrazio Salentino, ma entro il 2025 potrebbe essere messa in produzione per fornire energia alle aree rurali con bassa densità abitativa o alle isole se gli aquiloni verranno posizionati sul mare. Per ora sussiste un problema di sicurezza, perché le aree dove operano i prototipi non possono essere sorvolate anche da altri.

Una buona prassi basata su sinergie pubblico e privato

Il dibattito sulle risorse energetiche, sulle criticità dei combustibili fossili, inquinanti e soggetti ad esaurimento, resta al centro delle agende politiche e della ricerca a livello nazionale ed internazionale, focalizzate sulla necessità di individuare nuove soluzioni maggiormente sostenibili. Tra le sperimentazioni attualmente in corso nel nostro Paese, spicca il progetto innovativo “Kitenergy” che intende produrre energia elettrica sfruttando le correnti ad alta quota attraverso il volo di un aquilone. L’idea, sviluppata all’interno dell’ateneo torinese, è stata finanziata da aziende private, con il supporto finanziario della Regione Piemonte e dell’Unione Europea.

Come funziona

L’aquilone in volo viene collegato ai generatori elettrici a terra tramite l’uso di funi molto resistenti e pilotato da un sistema di controllo autonomo. Una volta che l’aquilone prende quota, grandi forze di trazione agiscono sulle funi, le quali, srotolandosi, mettono in azione i generatori e permettono la produzione di energia elettrica. Nel momento in cui l’aquilone arriva ad una certa quota, tali funi vengono parzialmente riavvolte (spendendo una frazione dell’energia precedentemente generata), in modo da permettere l’avvio di una nuova fase di produzione di energia.

Inoltre, gli aquiloni rappresentano delle componenti dinamiche tenute in volo da un sistema di controllo intelligente e non necessitano quindi di essere sostenute dalla torre. In tal modo minimizzano gli impatti sul territorio e riescono a toccare altezze maggiori, operando tra i 200 m e gli 800 m, a fronte dei 150 m raggiunti dai più grandi aerogeneratori attuali. l fatto di raggiungere maggiori altezze rispetto al suolo permette all’aquilone di sfruttare maggiormente la potenza del vento, la quale, aumenta con l’aumentare della quota.

Cristina Calzecchi Onesti

Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.

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