Tornano i saldi con una ventata di ottimismo per il libera tutti dall’ le restrizioni Covid e nel contempo si temono gli effetti negativi di inflazione e caro energia che deprimeranno i consumi. A spiegare opportunità e difficoltà è la Confcommercio.
Le oscillazioni
Quest’anno le previsioni oscillano tra l’ottimismo legato al ritorno della piena libertà di circolazione oltre che del turismo nazionale ed internazionale e le preoccupazioni sulla situazione economica generale con la crisi dei prezzi energetici e il peso dell’inflazione. “Dunque si parte in Sicilia e il 2 luglio scatteranno tutte le altre regioni ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano il 15 luglio”, scrive la Confcommercio, “Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro, pari a 88 euro pro capite, per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro”.
Moda Italia, spese in aumento
Commentando la partenza dei saldi, il presidente nazionale di Federazione Moda Italia, Giulio Felloni, sottolinea che “le stime di spesa media a famiglia per questi saldi estivi sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno e corrispondono al ritorno del turismo nazionale ed internazionale soprattutto sulle coste e nelle città d’arte.
I saldi estivi”, commenta Felloni, “potranno rappresentare una vera opportunità, considerando il generale aumento dei costi e le previsioni di crescita dei listini delle prossime collezioni. Il settore tessile, abbigliamento, calzature ed accessori, infatti, ha finora resistito all’incremento dei prezzi a fronte dell’importante crescita dei costi fissi aziendali per affitti, energia, carburanti, prodotti e servizi, dando alla clientela la possibilità di acquistare a prezzi veramente convenienti”.
Negozi e centro urbani
L’acquisto nei negozi di prossimità, rappresenta il vero sostegno ai nostri centri urbani in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. “Anche per questo non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione”, sottolinea Giulio Felloni, “Chiediamo, quindi, che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico”.