La pretesa di Putin di giustificare la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina con la menzione dell’art. 51 dello Statuto dell’ONU, da lui citato, non ha alcuna consistenza anzi legittima proprio la parte lesa vale a dire l’Ucraina stessa a valersene. Questa norma preserva il diritto naturale di autotutela individuale e collettiva “nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale“. Così proprio l’Ucraina come Stato sovrano si può avvalere dell’art.51 per difendere il diritto naturale di respingere un illegittimo attacco armato.
Ma a parte queste considerazioni giuridiche la riprovazione etica, morale e politica verso il comportamento della Russia è totale non esistendo giustificazioni ad una guerra offensiva (ormai è illegittima anche la guerra giusta) che mostra tutte le aberrazioni umane sul campo con uccisioni di civili, deportazioni stupri e violenze di ogni genere sulla popolazione indifesa.
“Il mondo riconosce le crisi ma non è capace di affrontarle”: così il segretario generale dell’ONU Guterres in un suo articolo sul Corriere della Sera dello scorso febbraio lanciava un grido di allarme sulla disaffezione e noncuranza degli Stati membri delle Nazioni Unite di fronte ai grandi problemi del pianeta stigmatizzando il momento cruciale che stiamo vivendo nelle relazioni internazionali. Molti leader mondiali – soggiungeva Guterres – riconoscono minacce comuni Covid, clima, conflitti armati, sviluppo senza regole delle nuove tecnologie e concordano sulla necessità di fare qualcosa al riguardo ma poi questa comune comprensione non si rispecchia in una azione condivisa.
“Se il mondo è dunque unanime sulla diagnosi di questi problemi comuni perché poi è incapace di affrontarli in maniera efficace? Due le ragioni – specifica il segretario dell’ONU- la prima indica che spesso la politica estera è una proiezione di quella interna; la seconda fa emergere l’obsolescenza e la debolezza delle istituzioni e organizzazioni mondiali ostacolate nelle loro decisioni per le riforme necessarie da divisioni geopolitiche.
Il crepuscolo di valori condivisi, lamenta Guterres, genera ingiustizie, disuguaglianze, diffidenze, razzismi gettando ombre scure su ogni società. D’altronde le fisiologiche e naturali differenze fra le varie civiltà e le multiformi visioni della vita umana delle diverse società civili mai debbono scolorire i principi dei beni comuni come la pace e la prosperità dei popoli in un contesto di convivenza fraterna.
Ogni abitante di questo pianeta è detentore dunque di un vero e proprio diritto alla pace ovverossia di un reale interesse giuridicamente protetto non tanto alla sola assenza di guerra ma al costante mantenimento di relazioni fra Stati e popoli che ne esprimano fraternità e solidali collaborazioni vicendevoli.
Ogni cittadino della Terra di conseguenza deve pretendere dai governanti delle Nazioni sistemi di controllo per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale nella continua attuazione della giustizia e della verità a iniziare dalla protezione e realizzazione dei diritti umani. Ne vale il nostro impegno per le future generazioni alle quali non possiamo che consegnare oltre la speranza anche la certezza della pace e della giustizia in un mondo rinnovato e sicuro. (3 – fine. I precedenti articoli sono stati pubblicati il 24 e il 25 aprile 2022)