Gli sviluppi della guerra in Ucraina metteranno in difficoltà Putin ma sono pieni di pericoli anche per l’Occidente. Man mano che Putin diventa sempre più vulnerabile, possiamo aspettarci altre minacce nucleari e il ricorso alla guerra chimica e biologica. Anche le attrezzature e i rifornimenti di munizioni per i combattenti ucraini oltre il confine polacco potrebbero essere presentati da Putin come un casus Belli.
Un Putin con le spalle al muro e insultato potrebbe anche colpire la NATO nella speranza di provocare una risposta. In questo contesto, la posizione dei tre Stati baltici è particolarmente esposta, in particolare la Lituania con la sua vicinanza all’enclave di Kaliningrad e l’Estonia con la sua vulnerabile città di Narva.
È difficile non concludere che questa saga potrebbe essere la fine di Putin. Ma i suoi ultimi anni potrebbero essere prolungati e pericolosi. Gli analisti hanno previsto per due decenni la caduta di Robert Mugabe; poi il suo successore si è rivelato appena un po’ migliore. Quelli con il potere di sfidare Putin non sono migliori di lui; Igor Sechin di Rosneft o uno degli altri, i Siloviki fedelissimi del capo del Cremlino che supportano la sua politica o forse l’attuale leadership del FSB che rischia di perderci finanziariamente a causa del crollo dell’economia. Anche il coraggioso Alexei Navalny è ben lontano dall’essere un leader democratico dello stampo di Zelensky.
Infine, l’aspetto più allarmante di tutta questa vicenda è l’isolamento psicologico di Putin. L’ umiliazione pubblica inflitta al suo Capo dell’Intelligence Estera (SVR) in televisione è stata un momento agghiacciante, dimostrando che il suo disprezzo non è solo riservato ai deboli leader occidentali, ma anche ai propri consiglieri. La sua uscita dalla scena mondiale potrebbe essere uno dei periodi più pericolosi nella storia del mondo. (2 – fine)
*Tim Willasey Wilsey, Visiting Professor of War Studies al King’s College, Londr
(traduzione a cura di Sofia Mazzei)