Senatore Perosino, il Pnrr rappresenta la grande sfida di questo 2022. A che punto siamo?
Il tema è importante e serio. Ci troviamo di fronte ad una possibilità imperdibile. I 200 miliardi che arriveranno dall’Europa (che dovremo restituire in un futuro non troppo lontano) sono l’occasione, per il Paese, anche per portare a termine tutte quelle opere incompiute a causa della burocrazia o per la mancanza di finanziamenti. Non deve essere un assalto alla diligenza, a chi fa meglio e a chi arriva prima, ma c’è bisogno una visione di insieme, nell’ottica della realizzazione di opere necessarie allo sviluppo dei territori. In veste di sindaco di un piccolo comune, sono convinto della necessità di andare oltre l’interesse particolaristico del singolo comune (anche per scongiurare il rischio di non ricevere i finanziamenti).
Recentemente è stato promotore in Senato di un’iniziativa sulla messa a terra del Pnrr, nell’ambito della quale ha riunito Regioni, Enti locali, parlamentari e tecnici dei Ministeri preposti all’attuazione del Pnrr. Quali sono le criticità emerse da tale questo confronto?
Allo scopo di focalizzare le problematiche complesse che caratterizzano un fenomeno di tale portata, gli amministratori locali convengono su un punto: è necessario individuare grandi opere, secondo le sei missioni del Piano, a valenza intercomunale e predisporre, con celerità, gli studi di fattibilità per essere preparati al momento della pubblicazione dei singoli bandi, che hanno scadenza bruciante.
A livello di Enti locali, una volta programmati gli interventi, per il tramite della Regione e della Provincia, che ha grande grande ruolo in quest’ambito, si può procedere con degli accordi, come il partenariato, con lo scopo di mettere insieme delle aree omogenee ed accedere poi ai cosiddetti “bandi di territorio”.
L’aumento dei costi di materie prime ed energia, rischiano di compromettere il cronoprogramma e i risultati attesi?
Successivamente alle due ondate di Covid-19 che hanno investito il nostro Paese, già a partire dall’inizio della scorsa estate, abbiamo assistito ad un aumento vertiginoso dei costi delle materie prime, con i prezziari a tutt’oggi in effervescenza. A questa già complicata situazione si è aggiunto, non da ultimo, l’aumento del prezzo del gas, con conseguente ricaduta sulle famiglie e sulle imprese.
Certamente questo aumento ci pone davanti ad un ostacolo non indifferente, a cui il Governo ha cercato di porre rimedio inserendo alcune misure ad hoc nell’ultima legge di bilancio. Infatti, i commi 398 e 399, art. 1, legge 234/2021 stabiliscono che se l’aumento di un singolo fattore supera l’8% di quanto pattuito in origine, l’impresa ha diritto a percepire la differenza da un fondo stanziato di 100 milioni per il 2022. Questo fondo statale sarà ulteriormente aumentato.
Qual è il ruolo del Parlamento, o quale dovrebbe essere, in questa delicata fase per l’attuazione del Pnrr?In una visione di collaborazione e di sinergia dei vari attori istituzionali, a partire dai Ministeri passando per gli Enti Locali, il Parlamento configura nella sua più alta espressione, quella appunto di arena di confronto, discussione e dibattito politico; ma soprattutto di luogo della rappresentanza popolare. Perciò è fondamentale che le Camere vigilino sulla corretta attuazione del Piano e concorrano alla sua realizzazione, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi. La sfida è ardua e le tappe sono serrate ma con sinergia e voglia di fare riusciremo a far ripartire il Paese.