Un passo avanti nella tormentata riforma delle concessioni balneari. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri tenuto ieri pomeriggio che ha dato il via libera alle prossime regole per gestione e gare di assegnazione dei lidi. Il Governo ha adottato un nuovo indirizzo per uscire dal lungo regime delle proroghe puntando al ripristino delle gare. Nel contempo l’Esecutivo promette di tutelare gli investimenti fatti e le piccole realtà, in particolare le imprese familiari che gestiscono singoli stabilimenti.
Cosa prevede la riforma
Il Consiglio di Stato aveva posto come limite per il regime di proroga il 31 dicembre 2023. Il percorso ora prevede scansioni ravvicinate. La prima è una proroga delle attuali concessioni per la fine del 2023. Le nuove gare per l’assegnazioni sono previste a partire dal primo gennaio 2024. La riforma accoglie anche le indicazioni del Consiglio di Stato e punta a ridare forza alla legge sulla Concorrenza, per evitare all’Italia il rischio di una sanzione Ue per infrazione. Nel contempo il Cdm ha voluto sollecitare un maggior impegno delle imprese balneari che saranno tenute a migliorare i servizi ai clienti e avere prezzi competitivi ed equi.
Nei bandi di gara per le nuove concessioni, uno dei requisiti sarà quello di garantire a tutti l’accesso al mare. Una disposizione già prevista per legge ma oggetto di violazioni e spesso di abusi con concessioni recintate ed esclusive. Tra le regole per le gare andrà quindi prevista “la costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito”. Gli sforzi che saranno presi in considerazione nelle gare saranno misurati con la “forte spinta” di investimenti delle imprese sulle attività turistiche. Molte nuove regole per i balneatori ma ci sono anche tutele. Tra le norme “paracadute” è prevista una maggiore attenzione per quanti ricavano “prevalentemente” il reddito dalla gestione di uno stabilimento balneare. Aspetto quest’ultimo che rappresenta un sostegno per i proprietari di piccoli lidi e per chi ha mutui per investimenti fatti di recente.
Scintille Gentiloni-Salvini
Sulla questione delle concessioni balneari si è acceso il botta e risposta tra il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, e il leader della Lega, Matteo Salvini. Per il primo lo cose sono semplici. “Non è che occorra rivedere molte norme. La soluzione che la Commissione indica da tempo è abbastanza semplice”, evidenzia Gentiloni, “riassegnare tramite gare le concessioni esistenti, facendolo in maniera da tenere conto degli investimenti fatti finora”. Le gare, pur tenendo degli investimenti pregressi, devono essere fatte “senza favorire soggetti rispetto ad altri, o un modello di gestione rispetto ad un altro”, sottolinea il Commissario europeo “Un conto è tenere conto degli investimenti e delle ricadute sociali, un altro conto è favorire questo o quel soggetto rispetto alla concorrenza”. Dura la replica del leader della Lega Matteo Salvini. “Indegna invasione di campo anti-italiana da parte di un commissario europeo nominato dall’Italia. Letta che dice? Il PD che dice ai 30 mila imprenditori e ai 300 mila lavoratori che rischiano di perdere lavoro e anni di sacrifici?”. “La Lega”, fa presente Salvini, “i suoi ministri e i suoi parlamentari stanno lavorando per una soluzione che, nel rispetto delle regole, non permetta la svendita delle spiagge italiane”.
Maretta in Cdm
Il dibattito all’interno del Consiglio dei ministri non è stato tranquillo. La riunione era stata inizialmente sospesa per la richiesta dei partiti di valutare la bozza della riforma delle concessioni balneari insieme alle richieste di ulteriori integrazioni e precisazioni avanzate dal ministero del Turismo.
Tutela degli investimenti fatti e di chi deve il suo reddito prevalentemente dalla gestione di uno stabilimento balneare.
Infine Fratelli d’Italia con la presidente Giorgia Meloni sollecita il Governo a trattare con Bruxelles per “disapplicare” la direttiva Bolkestein.
Le Associazioni insorgono
Le sigle sindacali e di categoria però non ci stanno e contestano anche il metodo in cui si è giunti a loro giudizio a mettere in liquidazione le spiagge italiane. “Siamo sotto un attacco inaudito da circa un mese a questa parte. Riteniamo che ci sia un piano ben organizzato e con un regista preciso”, osserva Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, “Abbiamo di fronte la magistratura e Palazzo Chigi che sta cercando di fare tutto il possibile per mettere in liquidazione le spiagge italiane, oltre all’attacco da parte dei soliti media organizzato e ben confezionato”. Per il presidente di Assobalneari, anche le forze politiche sono state ondivaghe “Lega e FI stanno cercando di difenderci ma allo stesso tempo sorreggono il governo”. Secondo Fabrizio Licordari, i ministri di Forza Italia e Lega non avrebbero ricevuto chiarimenti nel merito delle nuove norme. “Anche loro non conoscono il testo”, poi presentato nella riunione dei ministri e il voto unanime.
Vertice con Regioni e Comuni
Il Consiglio dei ministri è stato preceduto da una riunione promossa dal ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini che ha incontrato i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, questi ultimi preoccupati per la tenuta delle piccole imprese nell’impatto con le nuove norme sulla concorrenza che gli Enti locali prevedono forte e agguerrita.
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