Il presidente russo Vladimir Putin non ha mai frequentato il prestigioso corso di negoziazione della Harvard Business School, ma nell’attuale crisi ucraina, si è comportato brillantemente, e sì, potrebbe insegnare qualcosa ai migliori professori di Harvard.
La magistrale combinazione di strategia a lungo termine, guadagni tattici, tattiche della zona grigia, guerra ibrida e gestione dello spazio informativo potrebbe servire come caso di studio in un seminario di Harvard, su come negoziare al meglio da una posizione di forza mentre si raggiungono i propri obiettivi strategici a lungo termine.
Non ci sono parole russe per BATNA (‘best alternative to a negotiated agreement’, ‘migliore alternativa ad un accordo negoziato’) o ZOPA (‘zona di possibile accordo’), ma la comprensione di tali concetti può essere utile per il presidente Biden e gli alleati NATO mentre meditano sui prossimi passi.
Avversari dirompenti, come Putin, sono spesso facilmente sottovalutati. Putin si è descritto come “uno specialista nelle relazioni umane” – era ben addestrato dal KGB – ed è un attore politico (e allo stesso tempo razionale) spietato e altamente strategico. Putin – per qualche tempo – ha combattuto la nuova guerra fredda con strumenti e dottrine del XXI secolo, utilizzando una formidabile gamma di talenti, risorse, zone grigie e approcci governativi.
Queste strategie comportano l’utilizzo di strumenti militari, economici, politici, diplomatici, informatici, informativi e di intelligence per prevalere nei conflitti ibridi. La risposta dell’Occidente (per quanto riguarda l’Ucraina) è stata quella di sostenere alleanze come la NATO e l’UE, confidando che questa dimostrazione diplomatica di forza, insieme alle minacce di severe sanzioni economiche (comprese le sanzioni SWIFT) potrebbero in qualche modo scoraggiare Putin. Ma purtroppo, dopo la sua conquista del 2014 in Crimea e il successivo conflitto nella regione orientale del Donbas in Ucraina, le sanzioni non hanno fatto nulla per contrastare le tattiche aggressive e il comportamento politico di Putin che, probabilmente, ha poco da temere dall’UE o dalla NATO.
A causa della quantità sconcertante di capitale russo investito in banche britanniche ed europee e altre istituzioni finanziarie, Putin si rende conto che le sanzioni SWIFT sono destinate al fallimento. Ha pubblicamente e ripetutamente tracciato la sua linea rossa: l’Ucraina non deve mai essere autorizzata ad aderire alla NATO. Pertanto, il suo probabile BATNA non rimane necessariamente un’invasione dell’Ucraina, ma una continuazione di varie pressioni ibride/ zone grigie, con un ulteriore status quo. Ma attenzione: un’invasione militare dell’Ucraina potrebbe portare Paesi vicini precedentemente neutrali come Svezia e Finlandia a desiderare di unirsi alla NATO. Questa sarebbe una perdita enorme per Putin e annullerebbe il suo significativo vantaggio nel conflitto attuale.
Il presidente Biden potrebbe ribaltare la partita con Putin con una mossa in stile trumpiano. Dovrebbe nominare un inviato speciale di alto livello (preferibilmente un ex Presidente, Vicepresidente o Senatore) meglio se repubblicano ,in modo da essere un’iniziativa bipartisan.
Questo darebbe a Putin il rispetto e la dignità che lui e la Russia bramano così disperatamente nel nostro nuovo, complesso disordine post-guerra fredda, e permetterebbe al capo del Cremlino una soluzione salva-faccia che farebbe appello alle élite russe e al pubblico interno, che (secondo recenti sondaggi russi) non desiderano guerra. Putin potrebbe quindi pronunciare in russo, “ZOPA ni zhopa”, per prendere in prestito dal lessico della Harvard Business School – “una zona di possibile accordo non è poi così stupida”-
Il Gambetto Ucraino di Putin potrebbe essere un caso di studio nel corso di negoziazione di Harvard, e sia lui che il presidente Biden potrebbero mostrare al mondo che nei complessi conflitti del XXI secolo come l’Ucraina, la diplomazia – da una posizione di forza – è più necessaria che mai.
*Kenneth Deckleva, già psichiatra del Dipartimento di Stato (2022-2016)
è docente di Psichiatria alla UT Southwestern Medical Center di Dallas (Texas)
traduzione a cura di Sofia Mazzei