Sia il 2020 che il 2021 sono iniziati con eventi di grande rilievo. Nel Gennaio del 2020, gli Stati Uniti uccisero il comandante del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) Qassem Soleimani, intensificando lo scontro tra Washington e Teheran. All’inizio di Gennaio del 2021, fu preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti nel tentativo di rovesciare il risultato del voto e usurpare la democrazia americana. Cosa succederà l’inizio del 2022?
La questione degli Stati-Nazione
Dopo vent’anni di lotta alla guerra globale al terrorismo, il pendolo è passato dagli attori violenti non statali agli stati nazionali. Le guerre tra stati minacciano di destabilizzare intere regioni. Tra le preoccupazioni più serie nel 2022 ci sono i conflitti che coinvolgono gli Stati: la continua guerra ibrida russa in Ucraina e la guerra ombra in corso tra Iran e Israele. Molti dei conflitti più preoccupanti sono multidimensionali e potrebbero coinvolgere combattimenti in numerosi ambiti – terrestri, marittimi, ciberspazio – e anche sfidare le concezioni tradizionali di guerra.
I gruppi jihadisti legati al Pakistan e incoraggiati dalla vittoria dei talebani in Afghanistan potrebbero cercare di prendere di mira l’India, portando Islamabad e Nuova Delhi sul precipizio della guerra, come avvenuto in seguito agli attacchi di Mumbai del novembre 2008 di Lashkar-e-Taiba.
Il 2022 potrebbe anche essere caratterizzato da un’accelerazione del continuo confronto tra le due maggiori potenze mondiali, gli Stati Uniti e la Cina.
Intensificazione delle guerre civili
Oltre ai conflitti tra Stati crescono anche quelli all’interno degli Stati.
La guerra civile in Etiopia minaccia di destabilizzare l’Africa orientale, con terribili implicazioni umanitarie: massacri, stupri e violenze sfrenate contro i civili.
In Afghanistan, i Talebani lottano per contenere la crescente insurrezione dello Stato Islamico Khorasan (IS-K), mentre milioni di afgani stanno affrontando una crisi umanitaria spinta dall’insicurezza alimentare e da un’economia al collasso. L’ IS-K potrebbe lanciare operazioni esterne oltre i confini dell’Afghanistan, mentre gruppi come al-Qaeda beneficeranno anche del conflitto in corso in tutta l’Asia meridionale.
La guerra in Yemen è in stallo, senza una fine chiara in vista. I ribelli Houthi sostenuti dall’Iran continuano a mostrare capacità sofisticate, mentre lo sforzo bellico sostenuto dai sauditi ha esacerbato la situazione, aggravando una già terribile crisi umanitaria per il popolo dello Yemen.
Le elezioni in Libia sono state rinviate, e si teme che il Paese possa tornare precipitosamente alla guerra civile, con le rispettive parti convinte dell’inutilità dei negoziati politici.
Altri potenziali conflitti possono esplodere in Somalia, Myanmar e Nagorno-Karabakh.
La Turchia continuerà a vendere droni al miglior offerente, poiché le sue armi sono considerate un fattore determinante in diversi conflitti in corso.
L’Africa come epicentro della Jihad
In Africa occidentale, la provincia dello Stato islamico dell’Africa occidentale (ISWAP) e diversi gruppi legati ad al-Qaeda hanno aumentato il ritmo operativo degli attacchi in Nigeria e Mali. L’attività jihadista si è diffusa nel 2021 e continuerà a farlo quest’anno, colpendo paesi come Togo, Benin, Ghana, Senegal, Costa d’Avorio, Camerun, Niger e Burkina Faso, tra gli altri.
Lo Stato Islamico continua a espandersi anche in Centrafrica, attraverso le sue affiliate ISCAP, poiché ciascuna di esse si rafforza rispettivamente nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e in Mozambico.
Nel Corno d’Africa, al-Shabaab ha affinato le sue capacità operative e organizzative, ponendo una minaccia diretta al governo somalo in difficoltà. C’è una crescente preoccupazione che al-Shabaab possa evolvere in una valida minaccia transnazionale, con l’intento e le capacità di colpire gli interessi occidentali nella regione, ma anche oltre.
Attività informatica dannosa
Iniziative criminali informatiche sponsorizzate dagli stati e perpetuate da attori non statali sono in forte crescita . Durante la prima metà del 2021, il Financial Crimes and Enforcement Network (FinCEN) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha riferito che sono stati elaborati circa $ 100 milioni al mese di transazioni ransomware. Molti dei pagamenti associati ai recenti attacchi ransomware sono stati effettuati in Bitcoin indirizzati alle casse degli hacker con sede in Russia. Nel 2021, il governo degli Stati Uniti ha sanzionato Maksim Yakubets per le sue azioni relative a un’operazione di criminalità informatica soprannominata “Evil Corps”.
Alla fine del 2021, una grave vulnerabilità informatica (nota come Log4J, in codice open source) è stata identificata come una seria minaccia dagli esperti di sicurezza informatica, sebbene alcune importanti aziende abbiano fornito patch nel tentativo di mitigare il danno.
Il 29 dicembre, la società informatica Crowdstrike ha segnalato che un attacco sponsorizzato dalla Cina utilizzando un exploit collegato a Log4J aveva preso di mira una grande istituzione accademica.
La prima metà del 2022 sarà segnata dai continui sforzi di gruppi legati a organizzazioni statali e hacker indipendenti che cercano di sfruttare Log4J per scopi nefasti. Questo, insieme all’uso continuato di ransomware e altre tattiche come Business Email-Compromise, continuerà a causare gravi problemi sia per gli stati che per le multinazionali.
Campagne di disinformazione più sofisticate
In vista delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti del 2022 , le campagne di disinformazione continueranno a ritmo sostenuto. La Cina potrebbe persino superare la Russia nel ruolo di provocatore online più efficace, continuando una tendenza identificata lo scorso anno. Il New York Times ha recentemente scritto che il dipartimento di polizia di Shanghai ha appaltato operazioni di disinformazione sulle principali piattaforme di social media come Twitter e Facebook per alimentare la divisione e il dissenso.
Nel 2022 gli Stati Uniti dovrebbero mettere nel conto che sia la Cina che la Federazione Russa continueranno a sfruttare un’ampia gamma di strumenti statali e di terze parti per esacerbare gli divisioni all’interno della politica americana.
In particolare, cinesi e russi potranno provare ad amplificare la disinformazione perpetuata dai principali teorici della cospirazione politica americana come Marjorie Taylor Green, Lauren Boebert e Paul Gosar.
Piuttosto che creare contenuti di disinformazione per conto proprio, gli eserciti di troll associati agli attori statali possono semplicemente retwittare e inondare di “mi piace” su larga scala le false narrazioni spacciate dalle figure politiche degli Stati Uniti. E sarà più difficile per gli Stati Uniti contrastare altre attività che potrebbero minacciare i suoi interessi di sicurezza nazionale.
L’interferenza elettorale attraverso la disinformazione, tuttavia, non avrà un impatto solo sugli Stati Uniti. Ad esempio, anche le imminenti elezioni francesi nell’estate del 2022 saranno oggetto di attacchi di disinformazione. Il Cremlino si è a lungo immischiato nelle elezioni francesi ed è molto probabile che gli attori russi tenteranno di farlo di nuovo.