“In questo 2021 abbiamo affrontato grandi difficoltà per la pandemia, ma abbiamo dimostrato capacità adattiva sia nell’organizzazione del lavoro degli atleti, grazie alle federazioni e alle società, sia nella rivisitazione della programmazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il numero delle medaglie vinte ai Giochi Paralimpici di Tokyo non dice tutto, perché su 115 atleti avevamo 69 esordienti e questo dimostra che abbiamo raccolto i frutti del lavoro promozionale”. Luca Pancalli saluta con soddisfazione un 2021 certamente complesso per il mondo paralimpico, causa pandemia, ma anche ricco di soddisfazioni. In un’intervista all’ITALPRESS il numero uno del Comitato italiano paralimpico ricorda con giustificato orgoglio le 69 medaglie di Tokyo, numero record per la storia del movimento con l’eccezione di Roma 1960, prima e sui generis edizione paralimpica con una concorrenza ben diversa dall’attuale. “Ma anche l’attività promozionale non si è mai fermata – ha spiegato Pancalli all’Italpress – Abbiamo dovuto affrontare le restrizioni all’associazionismo di base, da noi sostenuto già a fine 2020 con 5 milioni di euro, ma non ci siamo mai fermati, sia nei percorsi con le unità spinali e i centri di riabilitazione che con i progetti per la scuola. E ora stiamo lavorando alle novità per il 2022”. Un segnale prezioso è arrivato anche dal Governo, che ha aumentato da 22 a 30 milioni il contributo al Cip. “È il riconoscimento del ruolo del Comitato e delle federazioni – ha rimarcato Pancalli – Ringrazio la sottosegretaria Vezzali e l’intero Esecutivo, sono particolarmente grato, ora la macchina deve continuare a crescere”. All’orizzonte ci sono i Giochi di Pechino con un obiettivo chiaro: “Proseguire sull’onda di un 2021 straordinario. Sarà una Paralimpiade quasi completamente al buio sugli aspetti logistici e organizzativi e questo ci preoccupa un pò – ha confessato Pancalli – ma saremo presenti in tutte le discipline con l’eccezione del curling e abbiamo qualificato la squadra di hockey, un risultato straordinario. Di previsioni, però, non ne faccio per scaramanzia”. Il 2022 sarà un anno importante anche per un altro motivo, “i primi bandi pubblici per l’assunzione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi nei corpi civili dello Stato e nei gruppi sportivi militari – ha ricordato il presidente del Cip – E’ qualcosa di rivoluzionario non solo per gli atleti ma per la cultura del Paese”. Il progetto immaginato oltre venti anni fa da Pancalli, dunque, prosegue spedito. “Quando il puzzle sarà completo, la mia funzione sarà terminata. Nella vita prima o poi le strade si devono separare e io lo farò con serenità, ma sarà difficile perché questa per me è una seconda famiglia”. Infine una battuta sull’ipotesi futura di unione tra Coni e Cip: “Io ne parlo da tanti anni, oggi culturalmente i tempi sono più maturi e si stanno creando i presupposti. Noi dovevamo necessariamente fare questo percorso: le federazioni olimpiche hanno avuto modo di ‘allenarsi’ e lo stanno facendo con entusiasmo”, ha concluso Pancalli.