sabato, 16 Novembre, 2024
Attualità

Riforma del lavoro. Fondi Gol: pronti i primi 880 milioni Assunzioni, formazione e reinserimento

Fine di Dicembre con la riforma del lavoro Gol (Garanzia dell’occupabilità dei lavoratori). Il maxi piano promosso dal governo e dal ministro Orlando può ora contare su una prima dotazione economica di 880
milioni di euro (sui 4.9 miliardi complessivi). Il programma ha come priorità il coinvolgimento di 3 milioni di lavoratori.

Gol e Pnrrr

Il programma Gol si inserisce nelle misure del Piano nazionale di Ripresa e avrà una gittata temporale di 4 anni, fino al 2025. La riforma su cui punta il Governo Draghi si può sintetizzare come un insieme di
strumenti e misure capaci di promuovere e favorire in ogni modo l’occupazione. La riforma ha molteplici obiettivi, dal trovare lavoro si giovani disoccupati, al potenziamento dei Centri per l’impiego, al
rafforzamento del sistema duale scuola lavoro, aspetto quest’ultimo su cui premono da tempo le imprese che chiedono personale qualificato. “Garanzia per l’occupazione”, si inserisce nella “Missione 5, Componente 1” di programmazione Europea, una costola del Pnrr, dedicata alle politiche del lavoro. Si tratta del 20% del totale di 4.4 miliardi previsti dall’esecutivo per la riforma del lavoro, politiche attive e
ammortizzatori sociali.

Gli obiettivi

Il disegno complessivo di Garanzia dei lavoratori, è pensato per “aiutare i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro e le imprese a riqualificare la manodopera. Servirà a migliorare la competitività del Paese”. Piano ambizioso e innovatore nel contempo, su cui il Ministero del lavoro crede per diverse buone ragioni, creare condizioni di impiego per i giovani, dare più possibilità agli over 50, di reinserimento, o per quanti vivono alle prese con crisi di impresa. Priorità sarà dato al capitolo dei progetti formativi, dovranno essere innovativi e in particolare puntare sulla didattica e apprendimento di sistemi digitali.

Il Governo accelera

Per fine dicembre saranno disponibili gli 880 milioni di euro che il Ministero dell’economia e delle finanze ha messo a disposizione delle Regioni per attuare politiche attive e formazione in campo lavorativo. A
gennaio ci sarà la fase di promozione e concretizzazione delle iniziative.

I profili del Piano Gol

Il progetto Garanzia occupabilità ha in primo luogo una incisiva valenza sociale. “Ci sono diversi profili di intervento”, spiega il ministro Orlando nell’indicare il senso della riforma, “alcuni dei quali a cavallo tra ricerca occupazione e inclusione sociale perchè anche quando discutiamo sull’occupabilità in astratto dobbiamo sapere che c’è un pezzo di platea che non è occupabile perchè ha problemi proprio di
accesso alla società prima ancora che al lavoro”.

I numeri di Gol

Sono “almeno” tre milioni i potenziali “beneficiari” entro il 2025, dei quali almeno, il 75% devono essere donne, oppure disoccupati di lunga durata. Una quota di coinvolgimento è dedicata a persone con disabilità.
La fascia maggiore di impiego interessa i giovani under30, lavoratori over55. In almeno 800mila dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300mila per il rafforzamento delle competenze
digitali. Previsti, in base allo status occupazionale, “quattro percorsi”, con l’obiettivo che siano quanto più possibile personalizzati, “di sostegno alla ricollocazione, più un quinto, distinto dai primi quattro, nei casi di crisi aziendali” che “guarderà situazioni in cui appare opportuno valutare i profili di occupabilità
non singolarmente, ma per gruppi di lavoratori”. Situazioni, dunque, che coinvolgono lavoratori ancora formalmente occupati, ma potenzialmente in transizione. C’è la categoria dei “facilmente occupabili”, il cui
reinserimento prevede attività formative minime e più attività di orientamento e intermediazione per l’accompagnamento al lavoro.

Naspi e working poor

Il senso sociale del programma Gol si esprime per la sua attenzione ai lavoratori in particolari difficoltà.
Saranno ammessi a Gol anche i beneficiari di Naspi e Dis-coll, quelli che oggi utilizzano il Reddito di cittadinanza, ma hanno problemi di impiego, perché lavoratori fragili o vulnerabili; poi ci sono i giovani Neet, i disabili e le donne in condizioni di svantaggio. I disoccupati senza sostegno al reddito, i
cosiddetti working poor (in condizioni di precarietà). L’obiettivo infine temporale è di fare il punto a fine anno di come i progetti possono essere messi in campo dopo un periodo di di rodaggio. A gennaio
si inizierà in concreto e saranno i risultati a dire se il programma ha avuto un primo successo.

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