I dati dei contagi sono già eloquenti e il premier Draghi non intende temporeggiare, perdere il vantaggio sulla sfida al Covid. Così ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla proroga dello stato di emergenza, che dal 31 dicembre è esteso fino al 31 marzo. Con la decisione in Cdm il Presidente del Consiglio inaugura una intensa settimana di relazioni e decisioni, che segneranno l’ultimo scorcio dell’anno e indicheranno la via che Draghi intende percorrere nel 2022.
Il Cdm e la proroga
Se la maggioranza dei partiti di Governo fanno quadrato nel prolungare lo stato di emergenza, con sfumature diverse – un convinto segretario Pd Letta e un dubbioso leder leghista, Salvini -, in Parlamento si annuncia la contrarietà del gruppo di Fratelli d’Italia che dall’opposizione ribadirà le parole critiche di Giorgia Meloni: “dopo 2 anni non può essere emergenza”. La linea d’azione indicata dal Premier resta ferma, con il “salvare il Natale”, perché non c’è da tergiversare con la rimonta dei contagi. Draghi ha sottolineato ai suoi ministri che gli scenari sanitari regionali non consentono indecisioni. La proroga di tre mesi, è stata annunciata in Cdm con un testo prepararono dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli che ha riunito a Palazzo Chigi Francesco Paolo Figliuolo, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e i rappresentanti dei ministeri di Salute e Economia. Nel documento poi approvato dal Cdm si chiede inoltre di estendere l’obbligo di mascherine all’aperto, nel periodo delle festività, a tutto il territorio nazionale. L’ipotesi sostenuta da alcuni esponenti di Governi, anche in considerazione del fatto che diversi sindaci hanno già introdotto l’obbligo nei loro Comuni. La settimana del premier proseguirà con appuntamenti di rilievo. Domani in Parlamento illustrerà la posizione dell’Italia al Consiglio europeo di giovedì. Draghi infatti sarà presente a Bruxelles con gli altri leader europei per fare il punto sulla situazione epidemiologica e sulla nuova variante. Il Consiglio discuterà di vaccinazioni e di nuove norme sui viaggi all’interno dell’Ue e verso l’Unione e sulla validità dei certificati Covid digitali.
Manovra e acque agitate
Il tema varianti Covid, con la temuta infezione da Omicron, si è imposto anche nei colloqui che il premier ha tenuto con i leader dei partiti. Tra questi il presidente M5s, Giuseppe Conte. Il faccia a faccia ha prodotto un risultato che consolida la linea di Governo sulla manovra e, per il Movimento, l’estensione della platea dei proprietari di case di beneficiare del superbonus con un limite Isee che sarà cancellato o riformulato. Se con i 5s c’è l’ok, arrivano nuove tensioni tra Pd e Forza Italia.
Il Pd contesta FI
Le divergenze nascono sulla posizione di FI di far slittare ad anno nuovo le cartelle di pagamento per i cittadini morosi.
Posizione che il Pd contesta
“C’è un accordo complessivo sugli 8 miliardi per il taglio delle tasse, e prevede che le cartelle non si tocchino”, sottolinea Alan Ferrari, vicecapogruppo del Pd in Senato, che aggiunge, “È stata anche respinta la proposta del premier Draghi, che al Pd andava bene, sulla trattenuta Irpef sopra i 75mila euro. Se quell’accordo verrà riaperto, verrà riaperto su tutto”.
Lunedì Draghi-Sindacati
Per il premier la giornata più complicata sarà lunedì 20 dicembre. Il giorno in cui a palazzo Chigi si terrà il nuovo incontro tra Governo e sindacati. Il primo dopo la rottura delle trattative sulla riforma del fisco e lo sciopero di giovedì 16 promosso da Cgil e Uil, e da quello della Cisl ma in appoggio al Governo.
I leader delle tre confederazioni sindacali sono stati convocati sulla riforma delle pensioni. C’è chi vede in questa settimana di sciopero e ritorno alla trattativa spiragli che potrebbero consentire al Parlamento di intervenire sulla legge di Bilancio che sarà ancora in approvazione in Senato, per apportare qualche modifica. Il tutto terminerà con Draghi protagonista di una conferenza stampa prevista per il 22 dicembre dove il premier farà il punto della situazione. Occasione per parlare non solo di Governo e della maggioranza dei partiti che ne fanno parte, ma anche del tema dei temi. Quello del Quirinale e dell’elezione del nuovo capo dello stato