Mentre con toni assai trionfalistici si annunciano adozioni di cryptomonete in vari Stati del mondo, guardacaso sempre con economie deboli, un gruppo di 40.000 investitori in token “Squid” viene raggirato da fantomatici esperti di investimenti, con il classico meccanismo che più volte, anche dalle colonne della Discussione abbiamo spiegato.
Siti pseudo-specializzati che raccolgono intenzioni di investimento che poi “scompaiono”, come quello che ha offerto a 1 centesimo di dollaro un token (asset prezzati in crypto valori), che poi avrebbe reso al vincitore del gioco il 90% del totale del premio. Attenzione: vincita che sarebbe maturata se il gioco (sul modello della serie tv Netflix “Squid Game”) fosse andato bene.
Sì, è proprio così. Non un investimento in titoli, quotati magari, consigliato da noti esperti di finanza, basati su ponderate analisi tecniche e su quotazioni monitorabili attraverso portali autorizzati e “marcati” (e con prospetti informativi a norma di legge), ma un evidente – anche agli occhi più inesperti – raggiro, fondato altresì sulla circostanza che chi acquistava questi primi token non poteva rivenderli, se non acquistandone altri (i Marbles) attraverso un secondo “gioco”, e rinunciando a 456 squid!!
Bene. Il sito incriminato, dopo aver fatto salire (ovvio, quando c’è boom di acquisti un qualsiasi titolo o bene incrementano il loro valore) le quotazioni ombra del 44.000%, dopo 5 (dicasi cinque) minuti li riporta a 1 centesimo!
Risultato: la raccolta dell’equivalente di 3,4 milioni di dollari finisce nelle mani di ignoti, che non sono – all’evidenza – più rintracciabili, perché se acquisti questi beni devi sapere che, non avendo altri luoghi di contrattazione ufficiale, chi te li offre può essere (come spesso accade) un “abusivo”, e non puoi telefonare a nessuna banca o investitore istituzionale (e tantomeno Autorità monetaria) per chiedere spiegazioni.
Non esistono uffici reclami, né giudici o avvocati che possano difenderti.
Ciò che meraviglia, anche in questo caso, è l’improvvisazione di chi ci casca. Rendimenti come quelli promessi sono impossibili, su qualsiasi mercato e per leggi di mercato abbastanza ovvie e consolidate.
Tanto per essere chiari: chi ti offre super guadagni su impieghi del tuo denaro non riscontrabili, siano essi titoli non quotati, di difficile reperibilità, e vieppiù cryptoasset, non può – matematicamente – essere lì per farti donazioni.
Non ci stancheremo mai di ricordare che gli strumenti che, ad esempio, il diritto civile e penale italiano mettono a disposizione contro i raggiri, ma anche sugli investimenti bancari sbagliati per colpa di intermediari finanziari autorizzati e vigilati, sono a disposizione di tutti, e le Autorità di vigilanza li hanno pubblicati sui loro siti istituzionali.
Così come si raccomanda sempre, quindi, di stare attenti se ci si accosta alle azioni (banale, ma vero!) se hai sempre investito, fino a quel momento, in titoli di Stato, assai più facilmente si deve fare con la scelta di crypto-transazioni non coperte, ad oggi, da nessuna “assicurazione” contro default e truffe.
Tant’è. In attesa di regole vere ed uniformi, senza eccessivi divari tra gli Stati del mondo, ormai schizofrenicamente in ordine troppo sparso sull’approccio a questi nuovi strumenti finanziari.
*Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa