Efficienza, innovazione e migliorare i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. Sono le richieste della Confartigianato che sollecita una svolta digitale per snellire la pubblica amministrazione in vista dei bandi e procedure del Piano nazionale di Ripresa.
Rischio per le imprese
“Il crescente peso dello Stato in economia e la necessità di massimizzare la crescita generata dagli investimenti e dalle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza richiedono una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione”, scrive la Confederazione, “come documentato da una nostra recente inchiesta. Una macchina pubblica poco performante riduce gli effetti moltiplicativi sul Pil degli interventi finanziati con i fondi di Next Generation EU, abbassa la traiettoria di crescita dell’economia italiana, riverberandosi sulla sostenibilità del debito pubblico”.
Serve efficienza
Una Pa più efficiente attenua il peso della burocrazia: secondo la rilevazione Eurobarometro della Commissione europea. “La complessità delle procedure amministrative”, osserva la Confartigianato, “è un problema per l’azienda per l’86% degli imprenditori italiani, quota superiore di quasi venti punti rispetto al 68% della media Eurozona e distante dal 62% dell’Ue”. La scarsa efficienza dei processi gestionali della Pubblica amministrazione e le difficoltà di relazione con gli uffici pubblici, sono aggravate, secondo la Confederazione degli artigiani, da una bassa efficacia dell’interazione digitale con la Pubblica amministrazione. “La quota di cittadini italiani che interagiscono con la Pubblica amministrazione”, osserva la Confederazione, “spedendo moduli compilati on line (e-Government Users) è pari al 32,3%, quota più che dimezzata rispetto al 67,3% della media dei paesi dell’Unione europea e risultando la più bassa dell’Ue”.
Servizi limitati
Un focus sulla Pa locale evidenzia che l’offerta di servizi on line dei comuni italiani per famiglie e imprese è fortemente limitata. A conferma la Confartigianato cita il rapporto dell’Istat sul benessere equo e sostenibile in Italia. “La maggior parte dei Comuni (6.458, pari al 90% del totale enti) risulta essere poco orientata alla digitalizzazione, in quanto ha ottenuto un punteggio che li colloca nei gruppi di punteggio 1 e 2.“