Sulle pensioni torna il confronto tra sindacati e Governo. Nell’incontro tra il ministro del lavoro Orlando e Cgil, Cisl e Uil la definizione del percorso che si intende intraprendere, con q priorità e scelte per arrivare a fine anno con una riforma che dovrà essere legge dopo la conclusione “sperimentale” di Quota 100.
Ipotesi Quota 41 e Inps
I sindacati, con il sostegno della Lega, puntano, su Quota 41: uscita dal lavoro dopo 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. C’è poi una altra possibilità, quella proposta dal presidente Inps, Pasquale Tridico, si tratta di un meccanismo flessibile per le uscite a partire dai 62 e 63 anni, con un mix tra contributivo e retribuitivo – ipotesi che trova i sindacati scettici -, che ha inoltre un problema di fondo, l’intervento sarebbe costoso: oltre 4,3 miliardi il primo anno per poi arrivare a superare i 9,2 miliardi alla decima annualità.
I punti in comune
Per ora ministero del Lavoro e sindacati cercano punti in comune, ad esempio, la possibilità di mandare in pensione prima chi svolge lavori gravosi e usuranti. Tra le ipotesi una pensione di garanzia per i giovani , la proroga dell’Ape sociale con una versione potenziata (l’assegno non subirà una decurtazione troppo onerosa per gli anni che mancano al raggiungimento dell’eta pensionabile), ed inoltre si discuterà su incentivi per rilanciare una pensione completare. Tra le opzioni si parla anche di una nuova “pace contributiva”. Il capitolo fondi da trovare è infatti quello più spinoso.
Soldi da trovare
Il Ministero dell’Economia tace, ma la sua voce sarà determinante, perché non sarà disposto ad avvallare scelte troppo costose che tra l’altro dovrebbero essere messe in relazione con la riforma del lavoro prevista per settembre. Inoltre le ipotesi in discussione tra sindacati e il ministro Orlando dovranno tenere conto della legge di bilancio da varare a ottobre. La riforma dovrà poi essere in linea con le indicazioni di Bruxelles che ne misurerà oltre che l’efficacia anche la congruità economica.
Inizia la trattativa
Il vertice segnerà l’avvio della trattativa, sarà occasione per comprendere quali margini ci sono tra sindacati e Governo. Cgil, Cisl e Uil hanno in cantiere anche la riforma degli ammortizzatori sociali che pure è stata rinviata a settembre. Il motivo è lo stesso, senza un quadro certo di risorse a disposizione è difficile mettere assieme tre riforme: pensioni, lavoro e ammortizzatori. Progetti di grande portata sociale e di altrettanto impegno economico. Tra l’altro gli entusiasmi, di qualche mese fa, in primavera si basavano sull’arrivo dei fondi Ue con il Piano nazionale di Rinascita, la possibilità che ci sia una ripresa forte con un Prodotto interno lordo che tocchi il 5% e che la pandemia non riservì altre brutte sorprese.
Tutelare anche i giovani
I tempi sono di certo maturi per avviare una discussione. Si saprà presto quali sono le posizioni e fin quanto la trattativa potrà protrarsi.
Andrea Orlando ascolterà le proposte dei sindacati, per poi far quadrare sui conti. Con una novità emersa nelle ultime ore quella di una pensione di garanzia per i giovani. Saranno loro infatti a reggere il penso delle riforme, e si pensa ora di porre delle tutele per quanti rischiano in un futuro di andare in pensione più tardi con un assegno inferiore e con molte meno garanzie di oggi.