domenica, 17 Novembre, 2024
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Stirpe (Confindustria): Licenziamenti? Le imprese assumono. Giusta la mediazione di Draghi

“Non si licenzia, ma si assume”. È il “segnale forte”, che il Vice Presidente per le Relazioni industriali Maurizio Stirpe vuole dare a nome di Confindustria confermando la strategia delle imprese per il rilancio dell’Italia.

“Il nostro impegno è dare una risposta alle cinque disuguaglianze che esistono: conoscenza, competenza, di genere, generazionale e di territorio”, confida Stirpe all’indomani della consegna dei diplomi a 23 ragazzi dell’Its Meccatronico del Lazio, nove dei quali assunti proprio dalla sua azienda Prima Sole. “Abbiamo voluto dare un segnale importante e la data scelta è un simbolo: il primo luglio, il giorno dopo la scadenza del blocco dei licenziamenti. Non si licenzia, ma si assume, tanto più che dai dati, in particolare nel settore manifatturiero, emerge una ripartenza più forte delle attese” spiega Stirpe al Sole 24 Ore, “lo abbiamo ripetuto più volte nelle scorse settimane, davanti a chi agitava cifre irrealistiche di perdita di posti di lavoro. Tutti i diplomati dell’Its Meccatronico del Lazio sono stati assunti. Piuttosto, c’è un tema forte di formazione e competenza, al quale bisogna dare una risposta”, continua il Vice Presidente, “Possiamo e dobbiamo voltare pagina, dopo le tensioni dell’ultimo periodo che ci hanno visto in contrapposizione con il sindacato. La mediazione del presidente Draghi è stata utile ed efficace. Ora dobbiamo concentrarci sui temi che possano rendere più efficace la ripartenza del paese. E cioè come agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e delle donne, puntando su una maggiore flessibilità in entrata, con particolare riferimento ai contratti a tempo determinato, che sono stati bruciati nell’ultimo anno e mezzo. E tutta la partita degli ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro, fondamentali per favorire l’occupabilità nel percorso lavorativo delle persone”. Punto cruciale della crescita sarà la formazione dei giovani ma anche di chi deve riconvertire il proprio lavoro. L’obiettivo è rendere la scuola, le famiglie e gli studenti consapevoli di un percorso di studio che porterà al mercato del lavoro.

L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE
“La formazione è fondamentale, per entrare nel mondo del lavoro e per adeguare le proprie competenze al cambiamenti. I giovani devono riuscire ad ottenere una formazione adeguata. Gli Istituti tecnici”, sottolinea il vice preside di Confindustria, “sono uno strumento importante. Con i diplomi appena consegnati abbiamo voluto dare un messaggio di fiducia ai ragazzi: poter entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale, con percorsi personalizzati. Ci siamo impegnati noi imprenditori in prima persona per avere le professionalità adeguate, che mancano, specie in questa zona d’Italia”. Per Stirpe c’è una necessità stringente quella di creare un nuovo sistema di ammortizzatori sociali in grado di essere unici e universali.

“Per noi alcuni punti sono irrinunciabili e spero che il ministro Orlando ne faccia tesoro”, auspica l’esponente di Confindustria, “creare un sistema di ammortizzatori universale, di natura assicurativa, al quale tutti devono contribuire. Non ci può essere chi paga per gli altri”, sottolinea il Vice Presidente, facendo riferimento all’avviso comune messo a punto il 30 giugno con il governo e i sindacati a proposito della riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive.

“La Cassa integrazione, quindi, deve essere solo assicurativa, la Naspi prevalentemente assicurativa, ancorata al principio di condizionalità della ricollocazione”, ricorda Maurizio Stirpe, “Poi occorre distinguere tre le crisi reversibili, da gestire al Ministero dello Sviluppo, con la cassa integrazione straordinaria, il Fondo nuove competenze, i contratti di espansione. E quelle irreversibili, da gestire al ministero del Lavoro, con cassa straordinaria, e Naspi condizionata a percorsi formativi”. In ballo ci saranno le risorse del Piano nazionale di Rinascita, fondi che devono essere ancora assegnati. “Aspettiamo una quantificazione”, commenta il vice presidente di Confindustria, “Comunque si potrebbe attingere a quelle del reddito di cittadinanza, che non ha funzionato come politica attiva del lavoro, mantenendolo come strumento di lotta alla povertà e dirottando i fondi su un progetto concreto di riforma del mercato del lavoro”.

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