Oltre il maschile e il femminile: il lessico del nuovo mondo. Nasce il nuovo “Dizionario di genere”

Un volume che aiuta a dare un nome alle cose per capirle meglio
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Il linguaggio è un arma potente che concorre a creare il mondo e nominare un fenomeno significa riuscire a riconoscerlo. Avere parole per parlare di disuguaglianze, discriminazioni o violenze aiuta a renderle visibili e quindi a combatterle. Le parole che scegliamo per raccontare la realtà non sono mai neutre, definiscono ciò che vediamo, ciò che ignoriamo e perfino ciò che non riusciamo ancora a immaginare.

Da questa consapevolezza nasce il “Dizionario di genere”, un progetto editoriale ambizioso curato da Marzia Camarda e pubblicato dalla casa editrice Settenove, punto di riferimento in Italia per i temi dell’educazione di genere e della parità.

Pubblicato il 19 settembre 2025, il volume raccoglie oltre 2.400 lemmi dedicati a parole, concetti e fenomeni che ruotano intorno al genere, alle identità e alle disuguaglianze. Non un semplice glossario, ma un vero e proprio atlante linguistico e culturale pensato per orientarsi in un campo complesso e in continua trasformazione.

Un dizionario che aiuta a capire

Il Dizionario di genere nasce dall’esigenza concreta di mettere ordine nel linguaggio con cui parliamo di femminismo, orientamenti sessuali, discriminazioni, ruoli sociali e stereotipi. Parole come inclusione, identità non binaria, body shaming, microaggressione o mansplaining sono sempre più diffuse, ma non sempre vengono usate con precisione. Capita spesso che i termini vengano fraintesi o usati impropriamente, generando confusione e conflitti. Questo libro si propone allora come una bussola linguistica e culturale, utile per chiunque voglia approfondire il significato autentico di parole spesso cariche di implicazioni politiche e sociali.

Non è un testo accademico per pochi addetti ai lavori, ma piuttosto pensato per insegnanti, giornalisti, studenti, operatori sociali, aziende e cittadini interessati a usare un linguaggio più consapevole e rispettoso.

Cosa contiene

Il volume offre definizioni, analisi e riferimenti a studi e ricerche. Ogni voce è accompagnata da etimologie, spiegazioni, dati e citazioni, per contestualizzare i concetti e mostrarne le connessioni. Le parole sono suddivise in dodici grandi aree tematiche, che spaziano dal linguaggio alla famiglia, dal lavoro alla tecnologia, dalla sessualità alla cultura. L’approccio è interdisciplinare, basato su sociologia, linguistica, diritto, filosofia e psicologia che dialogano tra loro per restituire la complessità delle questioni di genere. E, soprattutto, il dizionario non si limita al dualismo uomo/donna: dà spazio anche a identità non binarie, trans, queer e intersex, riconoscendo la pluralità delle esperienze umane. Per questo non sono descritti solo gli stereotipi e gli svantaggi a carico delle donne, ma quelli a carico di tutte le soggettività marginalizzate e oppresse, comprendendo gli uomini e altre identità e orientamenti sessuali, così come culture e popolazioni, pur senza pretesa di esaustività.

Perché è importante

Il Dizionario di genere non impone una visione unica, ma cerca di offrire definizioni chiare e fondate, basate su dati e studi. È un invito a discutere con consapevolezza, non a schierarsi per partito preso. Inoltre il libro può essere considerato strumento educativo, che può essere usato in scuole, università, redazioni e aziende come base per percorsi formativi e di sensibilizzazione. È un modo per promuovere un linguaggio più giusto, che non escluda e non ferisca.

L’opera nasce da un progetto collettivo, che ha coinvolto studiosi, attivisti e operatori culturali. Include anche un’iniziativa originale: l’“adozione delle parole”, ossia trentacinque voci del dizionario possono essere “adottate” da enti o persone che vogliano sostenere il progetto, contribuendo alla sua diffusione e alla promozione di un linguaggio più inclusivo.

Un passo avanti nel modo di pensare

L’iniziativa ovviamente non risolve tutti i nodi del dibattito su linguaggio e identità, ma offre un punto di partenza solido e documentato per affrontarli. In un tempo in cui le parole vengono spesso usate come armi, imparare a usarle come ponti è forse la forma più profonda di cambiamento culturale.

Un esempio di lemma

BABY SQUILLO: Con questa espressione si indicano le minorenni che si prostituiscono; comprende una fascia di comportamenti abbastanza variegata, dalla ▶ prostituzione saltuaria (anche solo online) alla vera e propria attività regolare; può essere volontaria oppure può essere conseguenza di ▶ adescamento o di tratta della ▶ prostituzione minorile. Un elemento sessista della narrazione mediatica legata alle minorenni è la ▶ vittimizzazione secondaria e ▶ slut shaming, per cui molto spesso si concentra l’attenzione su di loro con giudizio e riprovazione (per esempio elencando i beni voluttuari acquistati con il denaro ottenuto) e risparmiando invece un’analoga severità di giudizio ai loro sfruttatori e ai clienti, spesso uomini adulti, con una grande differenza d’età, che in maniera consapevole hanno compiuto un reato.

→ CAMGIRL; ESCORT; ENJO KŌSAI; MEDIA; PEDOFILIA; SEX WORK; SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE; VERGINITÀ; VERGINITÀ ALL’ASTA

Cristina Calzecchi Onesti

Cristina Calzecchi Onesti

Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.

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