Eros e denaro: la pratica della Financial Domination spiegata da esperti e sex worker

La “Financial Domination” è una pratica appartenente al mondo BDSM, che vede un sottomesso donare soldi a chi lo domina o viceversa. Diffusa soprattutto online e tra sconosciuti, nasconde anche rischi se non si rispettano le giuste regole. La particolarità sta nel fatto che, nonostante sia una pratica erotica, non c’è intimità o incontri fisici tra le parti
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Nel mondo del BDSM (Bondage & Disciplina, Dominazione & Sottomissione, Sadismo & Masochismo) molte sono le pratiche relazionali ed erotiche sconosciute ai più, perché considerate un tabù dalla società. Tra queste, di natura complessa e interessante, troviamo la “Findom” o “Financial Domination”. Tale pratica, che rientra nell’ambito della dominazione sessuale, generalmente prevede che la persona sottomessa doni denaro a chi si trova nel ruolo dominante. Di solito è un’esperienza erotica in cui non c’è intimità e incontro sessuale tra le due parti, l’eccitazione nasce esclusivamente dall’esercizio del potere e dal lasciarsi andare piuttosto che dal contatto fisico.

La cessione di denaro che attiva la libido

Una sex worker che ha risposto ad alcune nostre domande in forma anonima ha spiegato che è un lavoro che si basa su ruoli, rituali e linguaggi: “Io definisco le regole economiche (tributi periodici, multe simboliche, budget settimanali), lui trae piacere dall’abbandono del controllo e dal riconoscermi autorità. Può esserci erotismo, ma raramente ‘sesso’ in senso tradizionale. Faccio un esempio tipico: alle 8:00 ‘morning tribute’, con un messaggio di sottomissione e una ricevuta di pagamento, ai quali poi segue la mia approvazione o una breve umiliazione consensuale (‘sei utile solo quando paghi’). Finisce lì, nessun incontro. L’intimità è psicologica: lui si espone, io conduco”.

Al centro della Financial Domination, dunque, c’è il denaro che rappresenta potere, autonomia e identità sociale. “Cederlo – spiega Veronica Rossi, psicologa e sessuologa – non significa soltanto fare un pagamento: è trasformarlo in un linguaggio simbolico di sottomissione, di devozione, persino di appartenenza. È come dire: ‘rinuncio a un pezzo del mio potere per offrirlo a te’. Rinunciarvi senza ottenere qualcosa in cambio, dissiparlo, offrirlo, può assumere il senso di un dono e di un sacrificio che, dentro un rituale di dominazione, diventa paradossalmente erotico. Più il denaro è centrale nell’esistenza quotidiana, più forte può risultare il piacere nel vederne sospeso il significato all’interno della scena”.

Cosa spinge verso questa esperienza?

Le motivazioni che spingono a ricercare questo tipo di piacere sono molteplici, a partire dalla liberazione da ogni carico di controllo. Molto spesso, infatti, si tratta di persone con ruoli di grande responsabilità che trovano nella “Findom” il modo di allontanarsi da quella quotidianità, anche se solo per qualche minuto o ora. “Per loro, abdicare temporaneamente al controllo, anche economico, offre sollievo – prosegue la psicologa – consegnare denaro equivale a consegnare per un momento la responsabilità, permettendosi una regressione protetta, il sollievo del ‘per una volta non decido io’”.

Tra le motivazioni esiste, però, anche la volontà di essere umiliati, traendo piacere dalla vergogna e dalla vulnerabilità, come ricorda la dottoressa Rossi: “In una cornice sicura, vergogna e vulnerabilità possono trasformarsi in piacere. Nella Financial Domination questo avviene sul piano economico: il denaro diventa un corpo simbolico che può essere esibito, sottratto, manipolato. L’atto di pagare o di dichiararsi sottomessi sul versante finanziario produce eccitazione proprio perché rovescia il significato della vergogna”.

Per la sex worker l’umiliazione consensuale passa attraverso “parole dure, ‘tasse’ su piccole mancanze, penitenze economiche”, ma è fondamentale avere anche le competenze emotive per distinguere tra fantasia erotica e vulnerabilità reale: “Io rifiuto chi cerca l’autolesione finanziaria: non sono una banca né una terapeuta e segnalo sempre che se c’è sofferenza vera, serve supporto clinico, non una scena di Findom”.

Secondo la psicologa tale pratica è collegata anche a una questione identitaria e sociale: “Chi è iper-competente si autorizza a essere dipendente; chi è sempre accomodante prende finalmente il ruolo direttivo. I sociologi Gagnon e Simon parlerebbero di script erotici: schemi culturali che diamo in pasto al desiderio per esplorare parti di noi che la vita diurna non consente. La digitalizzazione ha reso il denaro performativo: screenshot, ricevute, live. L’atto di pagare può essere messo in scena. Per qualcuno, la visibilità controllata di quella scena, non la vita privata, ma la micro–platea di una chat, aggiunge adrenalina e senso di ‘verità’ al gesto”.

Inoltre, non va sottovalutato il ruolo dell’attesa e della scarsità che influisce sul piano neuro-comportamentale: “Il tributo ‘a scatti’, la promessa di un contenuto o di un riconoscimento dopo il pagamento, attivano meccanismi di rinforzo intermittente: l’anticipazione conta quasi più della ricompensa. E il ‘costo’ introduce una dimensione di ‘salienza’: ciò che pago pesa e proprio quel peso intensifica l’eccitazione, come se il cervello dicesse ‘questo è importante’”.

Una relazione online tra sconosciuti, ma anche tra le coppie
A differenza di molte altre pratiche BDSM, la “ Findom” è un tipo di relazione che si svolge per l’80-90% online, sia per una questione di sicurezza che di logistica. In realtà, nonostante sia diffusa principalmente tra sconosciuti, è una pratica che mettono in atto anche le coppie. “Nella coppia – dice la dottoressa Rossi – la Financial Domination smette di essere solo ‘movimentare la sessualità’ e diventa una palestra relazionale: un luogo protetto dove allenare fiducia, confini e responsabilità reciproca, trasformando l’asimmetria in complicità”.

I rischi

Ci si chiede però se è possibile incappare in rischi economici o psicologici. Secondo la sex worker può capitare che qualcuno, preso dall’euforia e dal piacere, si lasci andare e si spinga oltre, ma qui entra in gioco la capacità di chi lavora di prevenire e contenere eventuali eccessi attraverso consensi scritti, tetti economici, disponibilità economiche, rimborsi, controllo continuo e “aftercare”. “La Findom non è un ‘bancomat umano’ né un manuale per spillare soldi. Io, almeno, lavoro su consenso, limiti e responsabilità. L’erotismo c’è, ma spesso resta tutto nella testa. Quando funziona, la relazione è paradossalmente ordinata. Quando non funziona, si chiude. Questo, per me, è ‘essere del mestiere’”.

Anche per la psicologa Rossi i rischi esistono, ma dipendono dalla cornice in cui si svolge il rituale: “Sul versante economico il rischio è l’escalation: importi e frequenze che crescono ‘solo per stavolta’ finché ci si ritrova con spese fuori controllo, discussioni in famiglia o difficoltà concrete a far tornare i conti. Quando il denaro entra nella sfera dell’esibizione si aggiunge anche un potenziale impatto reputazionale. Poi c’è il piano psicologico. Per alcune persone il tributo diventa il modo principale per calmare ansia, vergogna, senso di inadeguatezza: all’inizio euforia, poi colpa, e di nuovo bisogno di pagare per stare meglio”.

I segnali da non sottovalutare

Secondo l’esperta “i segnali da non ignorare sono sempre gli stessi: urgenza, pensieri fissi sui pagamenti, bugie su spese o debiti, difficoltà reale a fermarsi. A quel punto non stiamo più esplorando il potere, ma stiamo consumando la fiducia. Se compaiono minacce, ricatti, violazioni della privacy, la linea è oltrepassata: non è più erotismo, è abuso, e va interrotto subito”.

Come in ogni pratica BDSM il consenso e l’istituzione di regole è fondamentale per mantenere un rapporto sano e sicuro in cui entrambe le parti possano trovare l’equilibrio. Proprio per questo il parlarne con qualcuno al di fuori della relazione, è fondamentale. “La regola d’oro è semplice: il potere può essere messo in scena, ma non deve mai divorare chi lo rappresenta. Quando esistono confini, trasparenza e possibilità reale di fermarsi, la ‘Findom’ resta un gioco condiviso. Quando questi elementi mancano, diventa un terreno scivoloso”.

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