La fiamma di Milano Cortina 2026 illumina l’Italia: tra emozioni, simboli e storie di tedofori”

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Torna ad ardere la fiamma. Il 26 Novembre ad Olimpia, in Grecia, si è celebrata la cerimonia di accensione del sacro fuoco che illuminerà e “scalderà” le olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.

La fiamma è giunta ad Atene il 4 Dicembre e di lì a Roma, dove ieri ha iniziato il suo viaggio.

Sarà a Napoli a Natale, e festeggerà il capodanno a Bari; il 26 Gennaio tornerà a Cortina d’Ampezzo, 70 anni dopo la cerimonia di apertura dei giochi del 1956, giungerà e concluderà il suo percorso a Milano, il 6 Febbraio 2026, quando farà il suo ingresso allo stadio San Siro.

Essential è il nome delle torce, a richiamare lo stile miniale che le caratterizza. Semplice, lineare, affinchè sia valorizzata la centralità della fiamma.

Realizzata in due versioni, quella Olimpica e la Paralimpica. La prima, nei toni del verde e del blu, richiama le sfumature del cielo e dei paesaggi italiani; l’altra di colore bronzo, richiama la luce che si irradia sulle montagne. Composte prevalentemente da materiali riciclati, pesano circa 1,5 kg e sono un prodotto totalmente italiano.

Alcuni numeri di questo evento: 63 giorni di viaggio; 60 celebrazioni di tappa; 20 Regioni; 110 Province attraversate; 12mila km percorsi, 10001 Tedofori. Questi ultimi sono gli ambasciatori dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Incarnano e diffondono lo spirito dei Giochi, rappresentando i valori Olimpici e dello sport. Personaggi importanti che si sono distinti per meriti particolari nel campo dello sport, dello spettacolo, della cultura. A loro spetta il compito di portare con sé l’energia, i valori e lo spirito dei Giochi Olimpici.

Non solo atleti, ma anche persone con storie significative.

Giuseppina Serra

Tra i tanti selezionati abbiamo incontrato Giuseppina Serra, 45 anni, docente di sostegno nella scuola dell’infanzia. Lavora e vive a Pomezia, ama i cani, ed ha due grandi passioni sportive che riempiono il suo tempo: la Vespa, con la quale affronta lunghi viaggi, ed è conosciuta in questo mondo con lo pseudonimo “VesPina”; il nuoto e la corsa che pratica, a livello amatoriale, da molti anni. La spinta a voler prendere parte a questo importante evento nasce dalla passione, quella fiamma che arde nel cuore di ogni sportivo, spingendolo a non mollare…MAI! Un immenso onore per lei far parte della squadra olimpica accompagnando, seppur per un breve tratto, la fiamma che illuminerà i grandi campioni.

I valori che sente di incarnare più fortemente: fedeltà assoluta, esserci per chi c’è sempre stato; solidarietà, immancabile tra gli sportivi, perché un momento di difficoltà può sorprendere tutti, ma se si ha un gruppo affiatato nessuno rimarrà indietro; sincerità, alla base di ogni rapporto; passione, dedizione e costanza, perché se non si ha una spinta forte non solo non si potrà raggiungere un risultato, ma sarà difficile muovere anche solo il primo passo.

Si allena con il gruppo dei “Selvatici”, appuntamento fisso, tre volte a settimana. Insieme a loro cresce e migliora. Il suo coach la definisce “tignosa”, una qualità di cui è estremamente fiera. La determinazione è ciò che la contraddistingue. Non sempre è facile raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, ma è fondamentale arrivare alla fine del percorso.

Invia la sua candidatura a Febbraio, dopo una lunga attesa la sua convocazione è fissata per il 6 Dicembre. L’appuntamento è alle ore 11:15 per un veloce briefing, subito dopo lo spostamento con la navetta verso le postazioni in cui verranno accompagnati i vari tedofori. L’emozione è tanta, da non riuscire a descriverla a parole.

Quando la navetta si ferma alla postazione 82, quella a lei assegnata, ultimo tratto della staffetta mattutina, le gambe iniziano letteralmente a tremarle.

Ad attenderla ed incitarla ci sono gli amici vespisti. Finalmente la consegna della torcia, a questo punto non resta che aspettare il tedoforo che la precede, con il quale dovrà avvenire quello che in gergo viene definito “Torch Kiss”.

Duecento metri, sembrano pochissimi per chi è abituato ad allenarsi, eppure resteranno nel cuore e nella memoria di questa persona come i duecento metri più emozionanti che abbia mai percorso.

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