sabato, 26 Luglio, 2025
Image default
Cultura

Cresce il numero di minori sfruttati in Italia. Un fenomeno globale, aiutato dalla Rete

Il 24 luglio è uscito il Dossier “Piccoli Schiavi Invisibili” di Save the Children, che come ogni anno accende un riflettore sullo sfruttamento minorile moderno, una piaga che coinvolge non solo l’Africa, ma sempre di più anche l’Europa. Con i cambiamenti che il mondo sta affrontando e la digitalizzazione sempre più imperante, anche lo sfruttamento minorile si è evoluto ed è diventato più pericoloso

Ad oggi circa 49,6 milioni di persone si trovano a vivere una condizione di schiavitù e di sfruttamento. Di questi 27,6 milioni sono costretti a lavori forzati e 22 a matrimoni imposti, spesso precoci. Nella enormità di tali numeri, addirittura 1 su 4 è minorenne, quindi, i bambini e gli adolescenti sfruttati nel mondo sono ben 12,3 milioni. Circa 9 milioni sono coinvolti in matrimoni forzati, 1,6 milioni sono sfruttati sessualmente, 1,3 milioni sono sottoposti allo sfruttamento lavorativo o costretti ad attività criminali e 320 mila devono compiere lavori forzati imposti dalle autorità statali. Le ragazze rappresentano il 57% delle vittime e nel 60% dei casi lo sfruttamento cui sono sottoposte è di tipo sessuale. I ragazzi, invece, per il 45% sono coinvolti nello sfruttamento lavorativo. L’agricoltura è il settore più coinvolto, seguito da servizi e dall’industria. A denunciarlo è il Report annuale “Piccoli Schiavi Invisibili” di Save the Children.

Internet facilita l’adescamento

Il Dossier di Save the Children, oltre a rilevare il dato numerico, analizza anche i metodi con i quali le reti criminali e i trafficanti adescano e poi sfruttano i minori, radicalmente cambiati grazie alle nuove tecnologie, in particolare ai social media e alle piattaforme di gaming. Gli strumenti digitali e internet, infatti, permettono di superare il problema delle barriere geografiche e di rendere i processi più veloci e sicuri per chi sfrutta i piccoli. Il complesso periodo storico che il mondo sta vivendo, tra instabilità economica, conflitti continui, cambiamento climatico accompagnato da disastri ambientali sempre più frequenti, migrazioni forzate e diseguaglianze economiche, sociali e culturali, assommato all’esposizione precoce, e molto spesso non controllata, a internet, rende ancora più vulnerabili i giovani, facilitando gli adescamenti in rete.

Un problema non solo delle aree sottosviluppate, ma anche Europeo

Il primo pensiero, quando si viene a conoscenza di questi dati, è che tutto ciò accada soprattutto in luoghi come l’Africa. Pochi sanno, però, che questo fenomeno è presente anche in Europa. Infatti, nel 2023 le vittime minorenni di tratta sono state il 12,6%, ovvero 1.358 tra bambini e adolescenti, per lo più in Francia (29,4%), Germania (17,7%) e Romania (16,3%). Nel 70% dei casi sono stati sfruttati a fini sessuali e nel residuo 30% per lavori forzati (13%) e per attività criminali (17%) come rapine, borseggi o spaccio. Tra l’altro nel 2021-2022, l’81% delle vittime in Europa erano cittadini della UE e l’88% di essi è stato sfruttato proprio nello Stato di nascita.

Coinvolta anche l’Italia

Purtroppo, neanche l’Italia è esente da questo fenomeno, è solo più nascosto. Il Paese diventa una tappa di transito e destinazione per i minori vittime di tratta, ma i minori coinvolti riguardano anche contesti interni, i più fragili da un punto di vista sociale. Secondo i dati del Sistema Informatizzato per la Raccolta di Informazioni sulla Tratta (SIRIT), a cura del Numero Verde Antitratta, nel 2024 sono state valutate 2.853 persone e i minorenni costituiscono il 4,8% del totale dei casi presi in esame, tra questi i maschi sono 78 e le ragazze 59. Secondo il “Rapporto UNICEF Italia”, pubblicato il 12 giugno 2025, lo sfruttamento minorile in ambito lavorativo nel nostro Paese è in continuo aumento anno dopo anno. Nel 2021 i minori sfruttati erano 51.845; 69.601 nel 2022; 78.530 nel 2023 e 80.991 nel 2024.

I territori più colpevoli

L’America Centrale e i Caraibi possiedono il numero più alto di vittime (67%), seguiti dall’Africa Sub-Sahariana (61%) e dal Nord Africa (60%). Nei Paesi dell’Est Asiatico e del Pacifico in media le vittime minorenni sono il 47%, mentre nei Paesi dell’Asia del Sud si arriva al 41%.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Overshoot Day 2024: l’Italia tra i paesi che consumano di più il pianeta

Cristina Calzecchi Onesti

Lollapaloza Berlino 2025: il festival della fratellanza a tempo di rock e rap

Alessandra Miccichè

Annullato il concerto del maestro Gergiev alla Reggia di Caserta

Giuseppe Lavitola

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.