Dal 27 al 31 ottobre a Roma migliaia di giovani e adulti si sono incontrati per il “Giubileo del mondo educativo”, un’occasione per ridefinire il senso profondo dell’istruzione, dalla quale sono emerse due chiavi di lettura complementari: per i ragazzi vuol dire conoscersi, per gli adulti è accompagnare. L’istruzione si conferma così il ponte imprescindibile che collega aspirazioni e vita concreta sogni e realtà.
7.000 voci per una domanda: cos’è davvero educazione?
Cuore dell’iniziativa è stato “La scuola è vita”, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Sette mila studenti, provenienti da oltre trenta nazioni, hanno animato le aule e i cortili dei palazzi vaticani, interrogandosi sul significato universale dell’educazione. Un gruppo di otto studenti – Adele, Anna, Leonardo, Martina, Nicolò, Noemi, Assma e Safa, provenienti da Caluso (TO), Magenta (MI) e Sassuolo (MO) – si è mescolato alla folla dei pellegrini per raccogliere le loro voci e le loro visioni. Ne è emerso un quadro vibrante, dove l’istruzione non è mero studio, ma un percorso di crescita e libertà.
“L’istruzione ti fa capire quanto il mondo sia aperto e quanto sia importante imparare a vivere con l’altro”, spiega Nicolò, sintetizzando un sentire comune. Per i giovani, la formazione è anzitutto auto scoperta. Holly, che aspira a diventare avvocata, la vede come un modo per “svilupparsi e diventare migliori”, mentre Barnabás ha scoperto di poter “arrivare oltre i propri limiti” superando un esame difficile. La scuola, in questa prospettiva, è lo strumento per dare forma alla propria identità e ai propri sogni.
L’impegno degli adulti: accompagnare e sostenere le passioni
Accanto all’entusiasmo giovanile, si sono affiancate le riflessioni di docenti, educatori e genitori, che guardano all’educazione con una prospettiva più esperta e progettuale. Per loro l‘insegnamento supera la semplice trasmissione di nozioni per diventare un atto di accompagnamento. Si tratta di creare opportunità per sperimentare e mettere in pratica le passioni, fornendo strumenti concreti per affrontare la realtà, ben oltre il superamento di un esame. “Ho visto ragazzi che pensavano di non essere portati per nulla e poi si sono appassionati grazie a un progetto scolastico”, racconta Ludovica, una docente, sottolineando come la motivazione nasca dall’esperienza diretta, come laboratori di robotica o attività artistiche. Anche le attività extrascolastiche sono state indicate come fondamentali. Docenti come Chiara, insegnante di inglese, ne evidenziano il ruolo nel trasformare i sogni in obiettivi reali, offrendo spazi di espressione e libertà.
Il filo conduttore: educazione è trasformazione e libertà
Dalle aule del Giubileo emerge un messaggio univoco, un filo conduttore che unisce generazioni: l’educazione è lo strumento fondamentale per la trasformazione e la libertà individuale. Per i ragazzi, imparare è un atto di fede nei propri sogni; per gli adulti, educare è l’impegno concreto a fornire le opportunità necessarie affinché quei sogni possano concretizzarsi.
Dalle parole dei giovani nasce un messaggio di speranza: l’istruzione è il modo per costruirsi e per cambiare il mondo. Dalle riflessioni degli adulti arriva un impegno a creare percorsi educativi capaci di coltivare le passioni e accendere la fiducia. In fondo, entrambi concordano su un principio semplice ma fondamentale: non esiste un solo modo di imparare, così come non esiste un solo percorso per realizzare i propri sogni, ma per tutti l’educazione resta il ponte più solido tra ciò che siamo e ciò che aspiriamo a diventare domani.

        
            

