Ho scelto un’altra Milano Fashion Week

Nasce U. Diaries, il diario intimo e cosmopolita di Umberta Gnutti Beretta per La Discussione. Impressioni, incontri atmosfere con uno sguardo personale ed insieme universale
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Giovane, viva, vera. Una Milano diversa: meno party e più futuro, fatto di energia, amicizia e creatività condivisa

Fashion Week, Milano.

La settimana più frenetica dell’anno sta per chiudersi.

Io? Mi sto preparando per i Sustainable Fashion Awards alla Scala, anticipati quest’anno al sabato sera.

Piove, non piove… chi se ne importa: Piazza Scala è il posto dove bisogna esserci.

Ogni volta questo evento mette il punto finale a giorni pieni, intensi, rumorosi.

Ma quest’anno, per me, la musica è stata diversa: ho scelto di dedicarla tutta ai giovani.

Il Camera Moda Fashion Trust ha aperto le porte di un appartamento da sogno in via Fatebenefratelli 5 a quattro brand emergenti (Cavia, Florania, Moja Rowa, Saman Loira). Quell’appartamento è stato la mia casa, il mio rifugio, il loro palco.

E lì dentro è successo di tutto: giovani artisti visionari come Thomas De Falco, Eliska Konekca, Oxana Trebugova e Vinicius Vallorani hanno dato vita a una mostra curata da Edoardo Monti; una boutique temporanea raccoglieva abiti donati per sostenere il Trust; tra musica, chiacchiere, taralli, cioccolatini e bollicine firmate Franciacorta prendevano forma presentazioni folli e geniali, in un’atmosfera talmente viva che sembrava respirare da sola.

Le porte erano aperte a tutti, l’energia incontenibile. I ragazzi arrivavano, si sentivano a casa, restavano per ore.

Ogni tanto scappavo via: c’erano sfilate da vedere, altri giovani talenti da applaudire (Francesco Murano, Institution, Lorenzo Seghezzi, Giuseppe Buccinà, Ilenia Durazzi, Domenico Orefice). Ed era incredibile: finita una sfilata, ti ritrovavi il designer nel pubblico della successiva. Non competizione, ma sostegno reciproco. Amicizia vera. Una nuova generazione che si riconosce, si applaude, si spinge avanti.

E il resto? Cocktail, cene di rito, party patinati? Quest’anno niente. Li ho lasciati sul telefono.

Ho scelto un’altra Milano: senza code, senza flash, senza nasi all’insù.

E sai che c’è? Non mi è mancato nulla.

Anzi.

Ho trovato creatività pura, entusiasmo vero, semplicità contagiosa.
Ho trovato il futuro.

E quindi il mio bilancio è solo uno: largo ai giovani. Sempre.

Perché il loro modo di essere è già la rivoluzione che aspettavamo.

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