Il Consiglio dei ministri ha scelto con lucidità di non procedere all’approvazione della riforma dell’ordinamento dei commercialisti così come presentata dal Consiglio Nazionale. Una decisione necessaria e responsabile, perché la proposta conteneva previsioni illogiche e potenzialmente dannose per il futuro previdenziale dell’intera professione.
È incomprensibile e inaccettabile che il Consiglio Nazionale abbia avanzato l’adozione di norme fortemente penalizzanti per gli iscritti alla sezione B dell’albo, destinate a incidere negativamente sulla previdenza di oltre un quarto degli iscritti. Una scelta che avrebbe condotto la Cassa dei Ragionieri al default, aprendo la strada a due soli scenari:
La Cassa dei Ragionieri, anche a nome dei suoi 30 mila iscritti, ringrazia il Governo e i Ministri vigilanti per aver compreso la pericolosità di questa proposta ed evitato un disastro per la Categoria e per le finanze pubbliche.
Resta però una domanda bruciante: perché il Consiglio Nazionale propone norme contrarie agli interessi degli stessi iscritti all’albo?
E una constatazione, amara ma inevitabile: chi rappresenta una categoria ha il dovere di tutelarla tutta. Chi non lo fa, tradisce il mandato che gli è stato affidato.
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