mercoledì, 28 Maggio, 2025
Agroalimentare

Campagna cerealicola 2024/2025: qualità in crescita, ma le superfici coltivate preoccupano

La campagna cerealitica 2024/2025 si avvia verso la conclusione con indicazioni generalmente favorevoli sul piano della qualità, ma accompagnate da criticità non trascurabili. In particolare, la contrazione delle superfici coltivate – che a livello nazionale si attesta tra il 6% e l’8%, con punte fino al 10% nel Sud e nelle Isole – desta preoccupazione tra gli operatori del settore. Il grano duro rappresenta il nodo centrale della campagna. Dopo un’annata 2023/2024 difficile, le rese tornano su livelli soddisfacenti grazie a condizioni climatiche più favorevoli. In Sicilia e nelle aree interne della Puglia si registra una produzione media tra i 40 e i 45 quintali per ettaro, in netto miglioramento rispetto ai 15-20 quintali dell’anno precedente. Segnali positivi anche dal Centro Italia, dove le rese sono stabili o in leggera crescita (50-60 q.li/ha), e dal Nord, dove la qualità si conferma elevata, pur con quantità inferiori alla media storica (60-70 q.li/ha).
Il grano tenero, invece, presenta una situazione più stabile: le superfici coltivate risultano in lieve aumento, e le rese previste – comprese tra i 60 e i 70 quintali per ettaro – si attestano sotto la media storica, ma superano quelle dell’ultima campagna. Anche in questo caso, la qualità viene giudicata buona.

Luci e ombre

Parallelamente, crescono le coltivazioni di orzo (+3-4% delle superfici) e si registra un rinnovato interesse per i cereali minori, in particolare il farro, specie nel Centro Italia. “Registriamo un ritorno a rese più soddisfacenti e una qualità che resta un punto di forza per l’intera filiera agroalimentare italiana”, ha dichiarato Gianluca Lelli, Amministratore delegato di Consorzi agrari d’Italia. “Ma la forte contrazione delle superfici, soprattutto per il grano duro, ci preoccupa e ci impone di lavorare per garantire maggiore sostenibilità economica agli agricoltori”.
Secondo CAI e Coldiretti, uno dei nodi principali resta la concorrenza estera, con flussi massicci di grano da Paesi come Canada, Turchia e Russia che, sovrapponendosi al periodo di raccolta italiano, mettono sotto pressione le quotazioni del prodotto nazionale.

‘Cereale sicuro’

Per contrastare questa dinamica, Cai punta sui contratti di filiera, strumento ritenuto centrale per garantire stabilità e reddito agli agricoltori. Oggi, sono attivi contratti su 20 produzioni, di cui 10 relative al frumento, che da solo rappresenta oltre il 50% del volume totale ritirato da Cai, pari a circa 407 mila tonnellate. A sostegno del comparto, è stato lanciato il progetto ‘Cereale sicuro’, un’offerta innovativa che permette agli agricoltori di assicurarsi già in fase di semina un acquirente certo per il raccolto, accedendo in via prioritaria ai contratti di filiera e con la possibilità di fissare in anticipo il prezzo di ritiro. In aggiunta, i mezzi tecnici forniti da Cai possono essere pagati dopo la raccolta, a settembre 2025.
Cai offre inoltre i cosiddetti ‘contratti di protezione’, già diffusi in Paesi come Stati Uniti e Francia, che consentono di fissare il valore delle produzioni anche prima della semina o durante l’annata agraria, senza dover attendere la consegna.

 

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