Nuovo massimo storico toccato dall’oro, in un contesto di crescente volatilità a Wall Street, alimentata dai commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sull’impatto della guerra commerciale. Questi sviluppi hanno causato ribassi delle azioni e del dollaro. Giovedì, il prezzo dell’oro è salito dello 0,4%, raggiungendo i 3.357,78 dollari l’oncia prima di ridimensionare i guadagni. Mercoledì, il metallo prezioso aveva registrato un incremento del 3,5%, mentre il dollaro toccava il minimo degli ultimi sei mesi. Gli operatori di mercato sono stati messi alla prova da una serie di notizie sui dazi, mentre Powell ha attenuato le aspettative di un intervento immediato della Fed per stabilizzare i mercati. Ha sottolineato l’incertezza legata agli annunci sulle tariffe da parte di Washington. Nel frattempo, Usa e Giappone hanno avviato negoziati commerciali ufficiali nel tentativo di evitare dazi più elevati. Sebbene non sia stata raggiunta una sospensione immediata delle tariffe, il capo negoziatore giapponese ha dichiarato che i colloqui riprenderanno presto, con l’obiettivo di concludere un accordo entro i 90 giorni previsti. Il presidente USA, Donald Trump, ha descritto i negoziati come un “grande progresso”. La Casa Bianca continua a sollecitare i partner internazionali a limitare le relazioni commerciali con la Cina nei negoziati sui dazi. Pechino, però, resiste con determinazione. Durante una visita nel Sud-est asiatico, il presidente cinese Xi Jinping ha esortato i paesi a opporsi congiuntamente all’egemonia e alle politiche di potenza, come riportato dall’agenzia di stampa Xinhua. “L’incertezza è il fattore chiave che sostiene l’oro”, ha dichiarato Nicholas Frappell, responsabile globale del mercato istituzionale presso ABC Refinery con sede a Sydney. “C’è incertezza sull’entità e sull’impatto dei dazi, sulle strategie dell’amministrazione statunitense e sulle risposte dei suoi partner commerciali”.
