martedì, 15 Aprile, 2025
Esteri

Celebrato a Selma il 60° anniversario della “domenica di sangue” contro i neri d’America

Charles Mauldin, allora diciassettenne, guidò i manifestanti per il diritto di voto sul ponte Edmund Pettus a Selma, Alabama, il 7 marzo 1965. La protesta nacque dal rifiuto dei funzionari bianchi di registrare gli afroamericani al voto e dall’uccisione di Jimmie Lee Jackson, un attivista ucciso da un poliziotto a Marion. Arrivati in cima al ponte, i manifestanti si trovarono di fronte una barriera di poliziotti e uomini a cavallo. Le forze dell’ordine intimarono loro di disperdersi, ma poi li attaccarono brutalmente con manganelli, gas lacrimogeni e pungoli per bestiame, colpendo indiscriminatamente uomini, donne e bambini. Mauldin, che era in prima linea, ricordò quella giornata come un momento di violenza che scosse l’intera nazione. Domenica Selma ha commemorato il 60° anniversario del Bloody Sunday, un evento che segnò una svolta nella lotta per i diritti civili e contribuì all’approvazione del Voting Rights Act del 1965. La celebrazione annuale richiama l’attenzione sulle sfide ancora aperte per l’uguaglianza. Alla Tabernacle Baptist Church, luogo storico del primo incontro del movimento per il diritto al voto, il leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries, ha evidenziato come Selma abbia cambiato il corso della nazione. La deputata Terri Sewell ha denunciato le crescenti restrizioni al voto, intensificatesi dopo che la Corte Suprema ha invalidato una sezione chiave del Voting Rights Act. Sewell ha reintrodotto una proposta di legge per ripristinare quelle protezioni, ma il Congresso l’ha bloccata. La legge, intitolata a John Lewis, leader della marcia del Bloody Sunday, è un simbolo della lotta per la giustizia. La commemorazione si è conclusa con una marcia sul ponte Edmund Pettus, lo stesso dove si verificarono gli scontri 60 anni fa. Mauldin, all’epoca, si trovava nella terza fila, guidata da John Lewis e Hosea Williams.

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