venerdì, 19 Aprile, 2024
Economia

Crescita o Decrescita

Il Decreto Crescita 2019 è legge. Il “Decreto-legge 30 aprile 2019, n.34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” è stato pubblicato sul supplemento ordinario n.26/L alla Gazzetta ufficiale n.151 del 29 giugno 2019.

Le misure previste dal Dl 34/2019 (Decreto Crescita) vertono su interventi espansivi che possono essere da stimolo alla ripresa economica dell’Italia e degli investimenti. Il “Decreto Crescita” insieme al decreto “Sblocca Cantieri”, dovrebbe portare ad uno sblocco dalla stagnazione attraverso l’introduzione di una serie di incentivi, agevolazioni e molte novità fiscali. Purtroppo, manca la proroga del credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo, misura attualmente in vigore fino al 2020. Ricordiamo, che già l’ultima Legge di Bilancio ha significatamene ridimensionato l’ammontare massimo degli investimenti incentivabili, lasciando il credito del 50% solo per un numero limitato di attività, portando tutte le altre al 25%.

Nelle prime bozze il “Decreto Crescita” prevedeva il rinnovo della misura per il triennio 2021-2023, abbassando ulteriormente l’aliquota portandola al 25% secco per tutte le attività. Questa misura, che pur ridimensionava l’entità dell’incentivo, rappresentava un importante segnale di continuità che conferiva la possibilità, soprattutto alle piccole e medie industrie, di avviare processi di innovazione non avendo nel loro interno propri centri di ricerca.

La situazione nazionale e internazionale ci costringono ad assumere un piano industriale sistemico, che rilanci la nostra economia e ci consenta di competere anche con le economie emergenti che sempre più conquistano fette di mercato. Come descritto nella relazione CONFAPI (Confederazione Italiana Piccola e Media Industria Privata) alcune delle misure contenute nel decreto in esame percorrono la giusta direzione, ma allo stesso tempo si ribadisce che ci vuole maggiore coraggio per consentire alle nostre industrie di crescere.

Ormai si è presa piena consapevolezza che il mondo delle imprese deve necessariamente lavorare in stretta sinergia con le migliori università e centri di ricerca, in modo da poter rilanciare il mondo del lavoro apportando nuove idee e sistemi di produzione innovativi. È facile dire che le nostre PMI soffrono di scarsa capitalizzazione e indebitamento. Ma le imprese dove devono prendere i soldi? Dovrebbero sempre far ricorso a prestiti bancari a breve termine? Oppure ricorrere ai canali alternativi a quello bancario, individuati negli ultimi anni, come i Piani Individuali di Risparmio e l’emissione di Minibond?

I dati ci confermano che il Piano Impresa 4.0 ha contribuito a recuperare parte del gap accumulato rispetto alla situazione di pre-crisi del 2009 e anche che il “credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo”, insieme all’iper e super ammortamento, hanno svolto un ruolo molto rilevante nelle decisioni di investimento delle imprese. Anche se il “pacchetto crescita “mira a ristrutturare un set di misure che possano aiutare a fare ripartire gli investimenti, riteniamo che era opportuno conferire continuità a scelte strategiche come R&S. Dobbiamo avere più coraggio. Non possiamo pensare di intraprendere un percorso virtuoso di riforme strutturali, senza pensare di rafforzare gli incentivi per favorire gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. 

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