L’aggressione della Primario del Pronto Soccorso da parte di un infermiere dello stesso reparto in un ospedale campano ripropone con forza la necessità improcastinabile di avviare nelle strutture sanitarie un percorso finalizzato al benessere organizzativo in questi delicati ambienti di lavoro che contribuirà anche a rendere le cure erogate sicure.
Non a caso nel programma per i Corsi di formazione in materia di Sanità Pubblica e di organizzazione sanitaria propedeutici all’inserimento nell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie e degli altri Enti del SSN, approvato dalla Conferenza Stato Regione, è previsto un modulo in cui viene indicato l’argomento “Benessere Organizzativo”-
Interventi di questo tipo si rendono necessari all’interno delle organizzazioni sanitarie, dove si considera valore fondante la centralità della persona, ma dove spesso si trascura di tenere in conto la sofferenza che lega pazienti e operatori in un vincolo ad alto impatto emotivo.
In sanità l’operatore è sottoposto allo stress che deriva dall’alto indice di complessità, dall’imprevedibilità, dall’incertezza e dall’alto impatto emotivo di attività svolte in relazione al paziente sofferente e bisognoso di cure. Per questo è necessario creare condizioni per cui chi lavora non debba subire stress ulteriore originato da carenze o disfunzioni organizzative, salvaguardando la propria salute e sicurezza.
In organizzazioni che creano malessere, gli individui si sentono precari, intrattengono relazioni superficiali con gli altri e non pensano di potere incidere in maniera significativa sull’organizzazione. Perdendo la motivazione essi arrivano a non reperire più il senso ed il significato del loro stesso lavoro fino a sentirsene estranei. Il lavoro non viene più visto come una parte della propria vita, ma come luogo dove trascorrere ore in una dimensione “altro da sé”.
Tutto questo in sanità si traduce in disinteresse per l’altro bisognoso di cura. Diversi sono i motivi per cui il malessere può presentarsi nelle organizzazioni (dalle strutture fisiche/ambientali ai disagi propri dell’individuo). Allo stesso modo, diverse sono le situazioni e i modelli organizzativi che creano benessere.
MA QUANTO COSTA STARE BENE? Anche se nelle nostre strutture sanitarie ci sono problemi la cui risoluzione dipende da grandi investimenti economici (come nel caso di luoghi fisici non adeguati alle esigenze di coloro che vi prestano opera), spesso il benessere passa attraverso dimensioni su cui si può agire con costi contenuti o solo attraverso rimodulazioni lavorative.
In proposito vale la pena di riportare alcune variabili che il Ministero del Lavoro ha ritenuto imprescindibili nell’organizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione. Secondo una direttiva di alcuni anni fa: “…Per assicurare il benessere organizzativo, le amministrazioni devono prestare attenzione alle seguenti variabili: • Caratteristiche dell’ambiente nel quale il lavoro si svolge: l’amministrazione allestisce un ambiente di lavoro salubre, confortevole e accogliente. • Chiarezza degli obiettivi organizzativi e coerenza tra enunciati e pratiche organizzative: l’amministrazione definisce obiettivi espliciti e chiari ed assicura coerenza tra enunciati e prassi operative. • Riconoscimento e valorizzazione delle competenze: l’amministrazione riconosce e valorizza le competenze e gli apporti dei dipendenti e stimola nuove potenzialità, assicurando adeguata varietà dei compiti ed autonomia nella definizione dei ruoli organizzativi nonché pianificando adeguati interventi di formazione. • Comunicazione intraorganizzativa circolare: l’amministrazione ascolta le istanze dei dipendenti e stimola il senso di utilità sociale del loro lavoro. • Circolazione delle informazioni: l’amministrazione mette a disposizione dei dipendenti le informazioni pertinenti il loro lavoro. • Prevenzione degli infortuni e dei rischi professionali: l’amministrazione adotta tutte le azioni per prevenire gli infortuni e i rischi professionali. • Clima relazionale franco e collaborativo: l’amministrazione stimola un ambiente relazionale franco, comunicativo e collaborativo. • Scorrevolezza operativa e supporto verso gli obiettivi: l’amministrazione assicura la scorrevolezza operativa e la rapidità di decisione e supporta l’azione verso gli obiettivi. • Giustizia organizzativa: l’amministrazione assicura, nel rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, equità di trattamento a livello retributivo, di assegnazione di responsabilità, di promozione del personale e di attribuzione dei carichi di lavoro. • Apertura all’innovazione: l’amministrazione è aperta all’ambiente esterno e all’innovazione tecnologica e culturale. • Stress: l’amministrazione tiene sotto controllo i livelli percepiti di fatica fisica e mentale nonché di stress. • Conflittualità: l’amministrazione gestisce l’eventuale presenza di situazioni conflittuali manifeste o implicite.”